TORINO - La vita è una ruota che gira, si sa. A volte, per uno strano meccanismo di compensanzione, vale il principio del "chi di spada ferisce, di spada perisce", celebre proverbio di matrice evangelica che dovrebbe suggerire di fare poco gli spavaldi con gli avversari nei periodi di gloria, perché presto potrebbero arrivare quelli più tristi. Meglio non esagerare, insomma, perché se oggi si è martello, domani si potrebbe essere incudine. Esattamente quello che è successo a Marco Materazzi, bandiera dell'Inter, che negli anni passati non aveva mai mancato di sottolineare il suo antijuventinismo militante, con tanto di ammissione di "godimento" per le ultime due finali di Champions League perse dalla squadra bianconera: "La rispetto ma sportivamente odio la Juventus. Io c'ero a Cardiff e a Berlino quando persero: il mio cuore batteva fortissimo, se avessero vinto sarebbe stato brutto".
Materazzi, da martello a incudine
Si è trasformato in una sorta di "amuleto", insomma, gufando direttamente sul posto e vedendo la Juventus uscire sconfitta in entrambe le occasioni. Peccato, però, che Materazzi fosse presente anche ieri a Istanbul e abbia assistito alla vittoria del Manchester City sulla sua Inter. La tv lo ha inquadrato più volte nel corso del match mentre si disperava in tribuna dopo il vantaggio di Rodri o dopo le occasioni fallite dai nerazzurri e gli screenshot sono diventati dei meme virali sui social tra i tifosi della Juventus. Immagini a cui si aggiunge anche la sua reazione all'uscita dall'Ataturk di Istanbul, quando gli è stato domandato un parere sulla partita e sulla sfortuna dell'Inter. Il suo sguardo perso nel vuoto e deluso, senza dire una sola parola, è diventato un altro momento memorabile per il mondo bianconero. Perché la vita è una ruota che gira, si sa.