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Villarreal-Juve, Bonucci: "Sfide complicate. Vlahovic-Ronaldo imparagonabili"

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Il difensore bianconero analizza il doppio confronto negli ottavi di finale di Champions League contro il Sottomarino Giallo. "Con Chiellini c'è chimica"

Sale l'attesa per la sfida d'andata degli ottavi di finale di Champions League tra Villarreal e Juve. I bianconeri fanno visita al Sottomarino Giallo all'Estadio de la Ceramica, mentre il prossimo 16 marzo saranno gli spagnoli a volare in Italia per la gara di ritorno che decreterà chi avrà avuto la meglio nel doppio confronto. La squdra di Emery ha vinto l'ultima edizione dell'Europa League e nei gironi ha estromesso dalla competizione l'Atalanta nella partita da dentro-fuori al Gewiss Stadium, dimostrando così tutta la propria forza. Sulla bontà dell'avversario non ha dubbi Leonardo Bonucci che, parlando al quotidiano spagnolo El Pais, ha commentato: "Saranno due partite molto complicate. Il Villarreal è una squadra che sa giocare, che ha esperienza. Con Dusan abbiamo un riferimento in area a cui affidare il pallone quando la squadra avversaria si chiude".

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Bonucci sul paragone Vlahovic-Cristiano Ronaldo

A chi paragona l'ex Fiorentina con Cristiano Ronaldo risponde: "Con CR7 ogni partita iniziava sul risultato di 1-0. Dava energia e mentalità al gruppo. Non si possono fare paragoni: Dusan è una prima punta ed è molto giovane. Deve avere il tempo di sbagliare e di crescere".

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Bonucci sull'alchimia con Chiellini. Poi rivel: "Del Piero era il mio idolo"

Il difensore bianconero spiega poi l'alchimia che nel corso della carriera si è venuta a creare con Giorgio Chiellini: "Il segreto è la chimica che crea il tempo. Giochiamo insieme da più di dieci anni: a un certo punto rubi i segreti dell'altro, hai un interscambio di energia costante. So cosa può succedere quando Giorgio fa un movimento e per lui è lo stesso". Poi riavvolge il nastro e torna al Leonardo bambino: "Mi piaceva attaccare, il mio idolo era Del Piero. Facevo il centrocampista, non avrei mai pensato di fare il difensore. A 15 anni, un allenatore mi mise centrale e mi insegnò a intercettare gli attaccanti, a leggere le traiettorie, a chiudere le linee di passaggio. Mi disse che se fossi voluto diventare un giocatore importante, avrei dovuto fare il difensore".

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