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McKennie, Chiesa e De Ligt: sì, è la Juve di Agnelli

Sei mesi dopo il ko col Lione, i bianconeri si giocano gli ottavi con l’esuberanza dei giovani voluta dal presidente

Dal Lione al Porto, sono sempre ottavi. Sembra passato un secolo, ma in realtà sono trascorsi soltanto sei mesi. Di sicuro la Juventus è un’altra e ricalca quella tratteggiata da Andrea Agnelli dopo la bruciante eliminazione con i francesi dello scorso 7 agosto. È una Juve più giovane e con più entusiasmo. Merito del mercato condotto dal dg Fabio Paratici e del feeling che Andrea Pirlo ha instaurato con i giocatori. Tutte qualità che saranno importantissime anche stasera per uscire dal Do Dragao con un risultato positivo.

Esuberanza

Già, perché la bruciante eleminazione dello scorso anno si è concretizzata in agosto, ma il passaggio del turno era già stato compromesso dopo la gara d’andata di febbraio con la sconfitta in Francia. Prestazione sotto tono e sotto ritmo. In Champions la mancanza di intensità si paga a caro prezzo. Anche per questo la Juventus, con una grande intuizione di mercato, ha aggiunto nel proprio motore Weston McKennie. Il 22enne americano, grazie al suo mix di esuberanza tecnica e atletica, è dinamite pura per la squadra di Andrea Pirlo. L’ex Schalke, seppur non al top, è troppo importante per l’economia di questa Juventus: ha un passo da Champions, merito di madre natura ma anche del passato nel football americano e dell’esperienza in Bundesliga. Come si è visto tante volte, e anche al Camp Nou contro il Barcellona, McKennie dove non arriva con i piedi compensa con lo spirito.

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