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Juventus, piano Cardiff: lavoro duro...ma non troppo

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Allegri mostrerà tutti i suoi gioielli, tirerà fuori l'artiglieria pesante per non ripetere la finale di Berlino

TORINO - «Non abbiamo ancora finito. Non vogliamo fermarci adesso». Lo dicono tutti nello spogliatoio, lo ripetono tipo mantra: vincere è troppo bello, l'adrenalina che sale, l'orgoglio che ti gonfia il petto, la gioia alle stelle. Mancano esattamente 12 giorni alla finale di Cardiff e non sarà facile tenere a bada l'eccitazione mista a una giusta agitazione. Ma soprattutto tenere abbastanza alta l'adrenalina per poter dare il massimo durante l'appuntamento clou della stagione. In mezzo ci sarà ancora il Bologna in campionato, poi testa bassa a preparare la partita delle partite. Massimiliano Allegri ci arriverà con una squadra spremuta fino al midollo (55 incontri fino ad oggi, 37 in campionato, 12 in Champions League, 5 in Coppa Italia e 1 Supercoppa Italiana) ma che come motivazioni non batte nessuno. Tra l'ultima di campionato e il Real Madrid ci sarà poco tempo per riposare. Ma almeno sarà completamente recuperato Sami Khedira, ieri convocato ma lasciato precauzionalmente in panchina, pedina importante nello scacchiere bianconero. Allegri andrà a Cardiff a mostrare tutti i suoi gioielli, tirerà fuori l'artiglieria pesante per non ripetere la finale di Berlino: un all-in che chiaramente non prescinderà dal modulo tattico che ha fatto la fortuna del tecnico - e della Juventus - in questa stagione, quel 4-2-3-1 dal respiro europeo che ha dato la vera svolta alla stagione.

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