Declino clamoroso
L’italiano ai vertici del Borussia ha visto passare davanti ai suoi occhi l’ascesa e la caduta del nostro pallone, dal punto di vista della Bundesliga: «Tra gli Anni 90 e l’inizio dei 2000 l’Italia era il centro del calcio mondiale, adesso il declino è clamoroso. Non c’è stata abbastanza programmazione nei periodi ricchi e ora non c’è capacità organizzativa per il rilancio. La Juventus è un esempio: stadio, programmazione, gestione... Purtroppo non è seguita. Il nocciolo della questione per me restano gli stadi, lo dicevo a Galliani: se volete riportare la gente alla partita, dovete iniziare dalle strutture. E poi svelenire il clima: troppe polemiche e poca gioia. In Germania il calcio è un divertimento, si passa molto meno tempo a litigare su un fuorigioco e molto di più a godere l’aspetto più spettacolare». Certo, l’economia aiuta... «Sì, ma guardate l’esempio del Borussia: qualche anno fa ci siamo ritrovati a terra, a un passo dal fallimento, ma ci siamo ritirati su con un progetto, senza bisogno di soldi stranieri. Ci siamo dati una linea e l’abbiamo seguita: in quelle condizioni economiche potevamo solo puntare sui giovani e l’abbiamo fatto con coerenza e convinzione, dando fiducia al piano anche nei momenti difficili. Alla fine abbiamo avuto ragione. Certo, siamo stati fortunati a ritrovarci i Goetze e i Lewandowski, ma in fondo la finalità del progetto era quella».
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