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Ambrosini: "Leao deve decidere chi è. La Juve si è aggrappata all'orgoglio"

L'ex bandiera rossonera ha analizzato il periodo del Milan, parlando del futuro del bomber portoghese: "Non si accontenti, soltanto così potrà fare l’ultimo salto di qualità"


 
Tornando a De Ketelaere, perché il belga sta stentando così?
 
«Perché, entrando in un mondo nuovo, sta molto attento ad applicarsi su quanto gli viene richiesto e questo credo gli abbia tolto un po’ di spensieratezza nel gioco».
 
Il Milan pensato da Maldini è molto giovane: c’è la possibilità di aprire un ciclo?
 
«Certo, anche perché Paolo e Stefano Pioli hanno mantenuto sempre alta l’asticella dell’ambizione. Per creare un ciclo ci vogliono, oltre all’ambizione, pure serietà, progettualità e mentalità. E questa squadra è pronta per competere per più anni, che è la base per restare in alto».  
 
È giusto dire che Leao, viste le sue frequenti eclissi, non sia ancora un fuoriclasse?
 
«Il ragazzo è ancora all’interno di un processo di crescita: madre natura lo ha dotato di un motore dalla cilindrata superiore a tutti gli altri e per questo non deve accontentarsi per quello che sta facendo. Limitare questi passaggi a vuoto dipende soltanto da lui».


 
Ritiene che il Milan sia il posto giusto, come ha più volte sottolineato Maldini, per completare questo processo di crescita?
 
«Leao al Milan è tutelato, ben voluto e difficilmente messo in discussione. Ripeto: dipende da lui, i sei mesi post-Mondiali saranno decisivi per capire se riuscirà a fare questo salto di qualità anche in Champions».
 
Adriano Galliani, altro protagonista nel film di Dazn, ha sempre detto che i centravanti vanno scelti con l’almanacco Panini: forse è stato sottovalutato il fatto che Origi abbia segnato tanto poco in carriera?
 
«Beh, ma Origi è sempre stato questo. C’era un’opportunità data dal suo contratto in scadenza e giustamente è stata sfruttata. Origi è un ragazzo serio, adatto al modo in cui vuol giocare il Milan. Pioli un centravanti che segna gol, anche difficili in acrobazia e all’ultimo minuto ce l’ha ed è Giroud e, per quest’anno, il Milan è a posto. Di sicuro è un argomento che andrà preso in considerazione in futuro, ma non riguarda Origi perché lui, al Liverpool con Firmino, era utile pure senza giocare da centravanti».
 
Cosa può dare ancora Ibra al Milan?
 
«Innanzitutto deve stare bene. Perché la sua presenza può essere decisiva anche se gioca un quarto d’ora».

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