Home

Calcio

Formula 1

Moto

Motori

Basket

Tennis

Volley

Tuttosport

LIVE

Mbappé, Vlahovic, l'Arabia e la rabbia di Al Khelaifi: il domino e la Juve

Il centravanti del Psg ha già un accordo con il Real per l'anno prossimo e resta perplesso su un futuro nella Saudi League: il club bianconero alla finestra

Mbappé e l'offerta dall'Arabia

Nascono proprio così le voci sull'offerta record da 300 milioni di euro dell'Al Hilal che il "Psg ha accettato". Ci mancava solo che non accettasse. Una non notizia che ha fatto il giro del mondo, nonostante Mbappé non abbia intenzione di trasferirsi in Arabia Saudita, nemmeno per i 700 milioni in tre stagioni che il club di Riad sarebbe disposto a versare sul suo conto corrente. Sempre ieri, alle stonate sirene arabe hanno fatto il paio, poche ore dopo, quelle altrettanto stridenti provenienti dai quattro angoli del vecchio continente. E così, secondo l'Equipe, Tottenham, Inter, Barcellona e un altro paio di top team sarebbero interessati al suo ingaggio e che il club blaugrana starebbe già trattando. Speculazione che la stessa società catalana ci ha tenuto ufficiosamente a smentire affermando che «si tratta di una manovra del Psg per innervosire il Real Madrid».

Il caso Mbappé al Psg

Don Florentino, però, per sua stessa ammissione è «tranquillo» a differenza di Al Khelaifi che, però, non ha nessuna voglia di fare la figura dello zimbello: «O rinnova o va via, non possiamo perdere gratis il miglior calciatore al mondo». Per evitarlo, il numero uno del Psg lo ha lasciato a terra, escludendolo dalla tournée in Asia. Anche lui, tuttavia, sarà costretto a rispettare la legge. Glielo ha ricordato il sindacato francese dei calciatori (Unfp) che dopo aver utilizzato per primo la parola "mobbing" ha affondato il colpo. Anche perché, la prossima estate, la Nazionale francese si gioca gli Europei e le Olimpiadi (in casa) e non esiste che il proprio capitano possa arrivare a due appuntamenti così importanti dopo aver passato un anno intero in tribuna: «Mbappé deve potersi allenare normalmente e la società sarebbe costretta a farlo giocare perché altrimenti potrebbe verificarsi una violazione: diventerebbe illegale in termini di diritto del lavoro - ha assicurato a Rmc il presidente dell'Unfp, Philippe Piat - Ci sono sanzioni se un giocatore viene messo da parte per motivi non sportivi. Finché si tratta di qualcuno poco conosciuto, si può far credere che non sia in forma. Se parliamo invece del miglior giocatore del mondo, diventa difficile non pensare che sia una punizione».

Abbonati a Tuttosport

L'edizione digitale del giornale, sempre con te

Ovunque ti trovi, tutte le informazioni su: partite, storie, approfondimenti, interviste, commenti, rubriche, classifiche, tabellini, formazioni, anteprime.

Sempre con te, come vuoi