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Le bombe di Raiola: “Pogba è infelice e lascerà lo United! Magari sarà Juve”

L’agente del centrocampista francese: "Solskjær pensi a far giocare Paul da campione e non ai paragoni Haaland-Lukaku, che in comune hanno solo il 9. Erling come Ibra”. Lunedì, a Torino, il manager riceverà da Tuttosport il premio Golden Agent 2020: “La mia agenzia ha un DNA vincente, come la Ferrari”

Allegri lo mette tra i grandi tecnici?

«Sì. La costanza dei risultati parla a suo favore. È un perfezionista che cerca di migliorare i calciatori. Un perfetto rappresentante della scuola italiana che ha dimostrato di vincere - anche prima di approdare alla Juve dove ha centrato un filotto grandioso - con la squadra messagli a disposizione dalla società e avendo l’intelligenza di saper imporre il proprio gioco anche sfruttando le lacune dell’avversario».

Eppure Max è ancora senza squadra dopo l’addio del 2019 dalla Juventus. Fra poche settimane entriamo nel 2021, cioè quasi 20 mesi di attesa.

«Per adesso è senza squadra per scelta, perché le proposte non sono mancate. Ritengo che si arrivi a un certo punto della vita e della carriera professionale in cui tutto deve combinare e combaciare alla perfezione fra allenatore e nuovo club. Non va poi scordato che il Covid-19 ha cambiato tutto. Max è uno da Top 15, le migliori squadre d’Europa. Mica può scendere di livello. Dipende solo dal progetto che gli viene proposto».

Il complimento più bello che le hanno fatto?

«Quando mi criticano, perché significa che faccio bene il mio lavoro. Van der Sar, il dg, disse ai ragazzi dell’Ajax: prendete qualsiasi agente, non Raiola. Ecco, questo è stato il complimento più bello. È da 25 anni che mi criticano, ma poi mi cercano. E quando ti temono e non ti vogliono come avversario, allora io lo prendo come un grande complimento. Tanto io non lavoro per i club».

Vedremo mai Verratti in Serie A?

«La vedo molto difficile perché Marco ha un grandissimo estimatore nel PSG: la proprietà del Qatar. È il loro pupillo, sono proprio innamorati. Poi, ovvio, se Verratti, come qualsiasi giocatore, decide di andarsene, se ne va. Ma non è il suo caso: è felice a Parigi».

Se ripensa a Maradona?

«Mi vengono in mente i miei zii e i tempi in cui ero un ragazzino e lavoravo nel loro ristorante in Olanda. Quando il Milan di Sacchi, che era la squadra per cui tifavano tutti gli olandesi, batteva il Napoli di Maradona, tanti clienti si presentavano al locale e dicevano: “Abbiamo vinto”. E i miei zii, super tifosi del Napoli e di Maradona, replicavano: “Noi chi?”. È stato un grandissimo così com’era. Mi danno fastidio quelli che vogliono togliere l’uomo dall’atleta. Maradona è l’unica cosa che la Juventus non è riuscita a comprare dal Napoli. Diego ha dato molto più che due scudetti al Napoli: ha dato loro orgoglio, non facendoli più sentire asini».

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