Kulusevski non è un suo giocatore, ma quali sensazioni le trasmette?
«Zlatan mi ha detto che è fortissimo e io mi fido di lui. Saper ascoltare chi ci capisce è importante: Moggi era il numero uno da questo punto di vista».
Chi sarà il prossimo Golden Boy? Lei naturalmente parteggia per il suo assistito Ryan Gravenberch dell’Ajax, ma anche Fati del Barcellona e Camavinga del Rennes (forse diretto al Real Madrid) sembrano avversari molto temibili.
«Dato che è un premio serio e votato da intenditori, lo vince Gravenberch di sicuro! Non c’è partita».
A proposito di Golden Boy: dove potrà arrivare Haaland, questo giovane colosso alto come Ibrahimovic?
«Dipende solo da lui. Dalla sua volontà. Perché Erling non ha limiti. Sta avviandosi a rappresentare per la Norvegia ciò che è Ibra per la Svezia. Diventerà il simbolo assoluto della Norvegia, calcisticamente e non. Deve solo rimanere se stesso. Il più grande nemico di una persona, nella fattispecie di uno sportivo, può solo essere se stesso. Ma lo conosco e so che rimarrà se stesso».