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Chiesa e Tonali, la Juve c'è: bisogna battere l'Inter

Getty Images

Non solo top player internazionali, Paratici insiste anche sulle stelle italiane per rinforzare lo zoccolo duro

TORINO - Sicuro: Paul Pogba catalizzerà sforzi, speranze, attenzioni dell’ambiente bianconero (dirigenti compresi) da qui a che il forte centrocampista non lascerà il Manchester United: assai difficilmente già a gennaio, con buone probabilità a giugno. Ma il direttore generale Fabio Paratici e i suoi collaboratori non perdono ovviamente di vista tutta una serie di altre piste di mercato. Piste che non necessariamente portano fuori dai confini italiani. Anzi.

E’ dato oggettivo che la truppa nostrana - quello zoccolo duro che ormai da quasi due lustri costituisce le fondamenta dei trionfi juventini - sia un elemento imprescindibile nelle dinamiche dei campioni d’Italia. Non è un caso che la società abbia scelto di richiamare alla base Leonardo Bonucci dal Milan (due anni fa) e Gigi Buffon al termine dell’esperienza al Paris Saint Germain (in estate): questione di senso d’appartenenza e carisma, peso specifico nello spogliatoio, oltre che prettamente di tattica. Di conseguenza, proprio onde rinforzare il gruppo di Chiellini & Co. (da segnalare anche Mattia De Sciglio, Daniele Rugani, Federico Bernardeschi) i dirigenti bianconeri sono intenzionati a fare il massimo pur di portare a Torino almeno uno, se non due, altri giocatori da... Ital-Juve. I nomi più caldi sono quelli di Sandro Tonali e Federico Chiesa, nel mirino ormai da parecchio tempo.

Il viola, in particolar modo, è stato davvero ad un soffio dal trasferimento in bianconero la scorsa estate. Le indiscrezioni trapelate riferivano di accordi e intese di massima già individuate: un bel quinquennale per il giocatore (con ingaggio più che raddoppiato) e una base di ragionamento oscillante tra i 50 e i 70 milioni di euro per il cartellino, considerando anche l’eventuale inserimento di contropartite tecniche. Chiesa, del resto, «aveva perso il sorriso», per usare le parole usate dal suo allora tecnico Stefano Pioli. E l’occasione per le pretendenti (non solo la Juventus ovviamente) sembrava più che propizia.

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