MILANO - Altro che socio di minoranza. Come era logico attendersi, i profili individuati dalle varie banche americane per trattare con Yonghong Li l’ingresso nel Milan, non sono intenzionati a entrare nel club rossonero con una percentuale inferiore al 50%, iniettando dunque denaro che servirebbe a Li per coprire i propri debiti con Elliott, senza avere voce in capitolo nelle decisioni importanti della società. Venerdì la famiglia Ricketts ha spiegato di volere la maggioranza e pure Rocco Commisso, oggi il favorito in questa corsa a stelle e strisce per il Milan, non sembra voler assecondare i desiderata dell’uomo d’affari cinese. Se in un primo momento Li aveva deciso di stringere con Commisso, rappresentato da Goldman Sachs, era perché probabilmente c’era stata un’apertura a un ingresso graduale in società, ma nelle ultime ore il patron dei Cosmos ha messo in chiaro un punto: lui vuole comandare. Commisso vorrebbe il 100% del Milan (99,97% per la precisione), Li, se accetterà di cedere la maggioranza, vorrebbe però inizialmente tenersi una percentuale di minoranza (15-20%). Su questo stanno discutendo a New York le parti, Commisso con i suoi advisor, Yonghong Li con il suo braccio destro Han Li, l’avvocato Agostinelli e l’advisor Alantra. I discorsi sono avviati, le riunioni in corso. La soluzione potrebbe arrivare a ore, ma non è chiara ancora la strategia di Li: di certo il presidente cinese entro il 10 luglio deve trovare i 32 milioni da restituire a Elliott per il mancato aumento di capitale. Se Li capirà di non trovare i soldi, chiuderà l’affare probabilmente con Commisso, ma se l’attuale numero uno rossonero dovesse trovare i soldi tramite i suoi canali asiatici, non è da escludere che rimborsi lui Elliott e poi continui a trattare la cessione di un pacchetto di quote del Milan cercando di strappare condizioni migliori (a quel punto avrebbe tempo fino a ottobre, quando andranno rimborsati a Elliott 303 milioni più 80 di interessi).

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