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Rimonta Toro: Mihajlovic ci crede? Speriamo anche Cairo

Marco Canoniero
Dal mercato servirebbe un innesto a centrocampo

TORINO - Fino a qualche settimana fa, Mihajlovic aveva rappresentato per Cairo un esempio di alta redditività (la classifica che profumava d’Europa) applicata a una materia prima di livello medio (i giocatori a disposizione). E, almeno fino alla vigilia dell’infausta Bologna, aveva continuato a fungere pure da stimolo, per il suo datore di lavoro, foss’anche solo a parole («convinciamo la società a investire») quando i risultati avevano cominciato a latitare. Da domenica scorsa, sono venuti a mancare sia l’esempio (agonistico) sia lo stimolo (dialettico), viatico a una settimana di grande mestizia operativa: sul mercato (zero acquisti, manco un prestito) e pure sul campo, considerati la diagnosi per Zappacosta (venti giorni di stop) e il brutto infortunio di Carlao, teorico rinforzo per una difesa che già a prescindere dal ko del brasiliano pescato a Cipro avrebbe avuto bisogno di innesti dal profilo adeguato. Senonché, dal momento che Mihajlovic - in pochi giorni di riflessione - ha fortunatamente ritrovato una favella grintosa, propositiva e fiduciosa, al punto di rinominare l’Europa, perché non dobbiamo coltivare la speranza che, miracolosamente, Cairo ritrovi nel giro di 48 ore (lasciamo stare oggi, giorno dedicato alla partita) la voglia di rattoppargli un Toro in grado di ambire davvero alla rimonta?

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