TORINO - Quando il Real Madrid decise di portarlo al Santiago Bernabeu, Isco aveva appena vinto il Golden Boy e poteva intravedere davanti a sé, quasi toccare, un futuro da crack assoluto. Correva l'estate 2013 e sulla panchina delle 'merengues' sedeva Carlo Ancelotti, un suo grande estimatore. Non è un caso, infatti, che nelle due stagioni passate agli ordini del tecnico emiliano, l'ex fantasista del Málaga ha avuto a sua disposizione molti più minuti di quanto lui stesso, ventunenne sbarbatello, avrebbe mai potuto realisticamente immaginare.
I MAL DI PANCIA - Tuttavia, l'ossessione di diventare uno dei migliori al mondo, non gli ha mai permesso di vedere il bicchiere mezzo pieno e lo ha sempre portato a considerare insoddisfacente qualsiasi status che non fosse quello di titolare fisso. Mal di pancia diventati ancor più fastisiosi l'anno scorso quando capì che Zinedine Zidane non avrebbe mai rinunciato a Casemiro in mediana. E già, perché se la BBC è «intoccabile» e Modric e Kroos «quasi», il suo rivale diretto per una maglia da titolare, pur non giocando nel suo stesso ruolo, è proprio il centrocampista brasiliano.
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