TORINO - «Non ho mai temuto che Saputo mi chiedesse di portargli Messi a Bologna... (risata)».
Eppure il patron canadese del Bologna, 330° nella classifica de ricchi di Forbes (patrimonio stimato in 4,8 miliardi di euro), potrebbe permettersi pure l’intero tridente dei sogni del Barcellona...
«Saputo ha mentalità e idee diverse. Non cerca ciliegine. Altri Messi, casomai, punta a trovarli giovani per allevarli a Bologna attraverso una precisa cultura del lavoro. Saputo ha una visione aziendale del calcio: uomini giusti al posto giusto. Io , Fenucci e Di Vaio formiamo una bella squadra: interagiamo, ma ognuno ha le proprie competenze».
Saputo non le ha fatto mai nemmeno una richiesta di mercato?
«Le sue richieste sono state tre, ma non di mercato. Primo: conquistare la serie A. Secondo: mantenerla. Terzo: creare ricchezza tecnica e di conseguenza anche economica. Saputo vuole costruire un modello Bologna e non spendere tanto per farlo. Non a caso lui e Andrea Agnelli sono amici e hanno la stessa visione d’impresa».
C’è dell’altro?
«Sì, non dimenticate che io in carriera non solo non ho mai comprato Messi, ma ho scovato tanti talenti a prezzi bassi. Ho acquistato soltanto tre giocatori da 10 milioni: Toni, Gilardino e Vargas. Io preferisco puntare sulle potenzialità».
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Da esperto di mercato come interpreta il mal di pancia di Cavani al Psg?
«Non sarei stupito di vederlo in serie A il prossimo anno: quello italiano è il suo campionato. E penso che la Juventus sia l’unico club che possa permetterselo».
Non male la coppia Cavani-Dybala...
«Sarebbero una tempesta perfetta».
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