Una carriera già strepitosa, ma in continua ascesa, per la quale Llorente ringrazia una persona in particolare: «Mio fratello. Mi è sempre stato vicino, fin da quando ero piccolo ma già iniziavo a pensare al calcio come una cosa molto importante. Mi ha sempre seguito durante le partite e a volte arrivavamo anche a litigare, perché mi mi spronava sempre a migliorare. Da piccolo seguivo il Barca di Cruyff e Laudrup mi piaceva moltissimo, ma anche Romario e Ronaldo. Io passavo tutto il giorno giocando, cercando di imitarli e di migliorare. Non sono sempre stato un attaccante però: quando avevo sette anni giocavo a cinque e ovviamente ricoprivo tutto il campo. Il ruolo definitivo me l'hanno dato a Bilbao -conclude Fernando - quando sono entrato nella “Cantera” dell'Atletico».
Una carriera già strepitosa, ma in continua ascesa, per la quale Llorente ringrazia una persona in particolare: «Mio fratello. Mi è sempre stato vicino, fin da quando ero piccolo ma già iniziavo a pensare al calcio come una cosa molto importante. Mi ha sempre seguito durante le partite e a volte arrivavamo anche a litigare, perché mi mi spronava sempre a migliorare. Da piccolo seguivo il Barca di Cruyff e Laudrup mi piaceva moltissimo, ma anche Romario e Ronaldo. Io passavo tutto il giorno giocando, cercando di imitarli e di migliorare. Non sono sempre stato un attaccante però: quando avevo sette anni giocavo a cinque e ovviamente ricoprivo tutto il campo. Il ruolo definitivo me l'hanno dato a Bilbao -conclude Fernando - quando sono entrato nella “Cantera” dell'Atletico».