TORINO - Federica Cappelletti, presidente della Divisione Serie A femminile Professionistica Figc, Alia Guagni, calciatrice, hanno partecipato oggi al panel “Il movimento che sta rivoluzionando lo sport” moderato da Mario Giunta, giornalista di Sky Sport, nell’ambito degli Sky Inclusion Days. Di seguito un estratto del loro intervento al Teatro dal Verme di Milano.
Federica Cappelletti, le parole
La crescita del calcio femminile – Rispetto ad altre realtà europee, abbiamo faticato un po' a ingranare. Veniamo da una società dove il calcio è prettamente maschile e maschilista. C’è stata una crescita, lenta ma costante. Ora abbiamo accelerato e stiamo vivendo una fase di sviluppo straordinario. Quelli che sembravano obiettivi irraggiungibili si stanno avvicinando sempre di più. Le istituzioni stanno facendo squadra per sostenere il calcio femminile. Stiamo portando avanti una serie di progettualità che trovano risposta concreta. La strada è ancora lunga, ma è molto favorevole rispetto a quando sono entrata io due anni fa. Iniziamo a vedere concretamente risultati, nel giro di qualche anno penso che raggiungeremo dei risultati sempre più evidenti.
Progettualità – È diventata sempre più importante in un territorio ancora vergine, dove si può lavorare veramente bene. Quello che noi oggi raccogliamo sono i sacrifici delle nostre atlete. Giusto il professionismo, giusto riconoscere i diritti alle giocatrici che hanno scritto una pagina importante della storia italiana di questo sport. Il calcio femminile sarà un asset importante nel sistema calcio italiano.
Le infrastrutture – Insieme alla sostenibilità, è un tema centrale sul quale stiamo lavorando insieme a FIGC e governo. Per fare bene si dovrebbe lavorare partendo dal settore scolastico, non solo come progettualità ma anche come infrastrutture. Rendere questo sport sempre più accessibile alle ragazzine. Speriamo di far capire che questo sport è davvero il futuro e si può arrivare alla parità di genere.
Il futuro – Dobbiamo crescere, ma con le generazioni nuove questi problemi andranno a diminuire. Io penso che ancora viviamo nei retaggi culturali che si portano dietro una mentalità maschilista. Il calcio femminile è una risorsa straordinaria, le nostre atlete sono belle da vedere per la loro forza e la loro professionalità.
Alia Guagni, l'intervento
Il cambiamento - Sono una delle calciatrici della mia generazione che ha vissuto prima il niente e poi quello che c’è adesso, che è veramente tanto. All’inizio il calcio femminile lo conoscevano solo i parenti stretti, poi hanno iniziato ad entrare i club – vedi Fiorentina, Juventus, Roma - e c’è stato il Mondiale 2019/20. È lì che è iniziato il cambiamento. In quel momento tutti hanno iniziato a rendersi conto che esisteva anche il calcio femminile. Ciò ha dato il via a ciò che è arrivato in seguito.
Il rapporto conflittuale con la società - Io personalmente accetterei volentieri le critiche se fossero legate al campo. Tutte le volte, però, si parla di altro: di una ragazza che non può giocare a calcio e una serie di cose che non c’entrano nulla con lo sport. C’è un problema culturale enorme, in Italia particolarmente. Riusciremo a cambiare questa cosa, prima o poi.