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Cappelletti: "La mia agenda di presidente del calcio femminile. Ecco impegni e sogni"

Cappelletti: "La mia agenda di presidente del calcio femminile. Ecco impegni e sogni"
"I tre posti in Champions League e la qualificazione delle tre Nazionali agli Europei sono la dimostrazione della crescita del calcio di vertice"

Una gestione dal segno più. Più tesserate, più investimenti, più spettacolo. Ma anche più sogni, quelli ancora da realizzare e che sono scritti a chiare lettere sull’agenda di Federica Cappelletti, presidente della Divisione Serie A Femminile Professionistica della Figc. Alla guida di un movimento, ma allo stesso tempo parte di una grande squadra – composta da Federazione, Governo, club – che gioca unita per continuare a far crescere il calcio femminile italiano.

Presidente Cappelletti, oggi la attendono gli “stati generali” del calcio femminile. Qual è la fotografia attuale del movimento?

"La crescita del calcio di vertice è palese: a livello tecnico lo dimostrano i tre posti in Champions League e le tre Nazionali, Maggiore, Under 19 e 17, per la prima volta tutte qualificate agli Europei. Un percorso favorito dall’ottimo lavoro e dagli investimenti dei club. Parallelamente è tangibile anche la crescita della base in cui, oltre al numero di tesserate che si avvicina a 50.000, si sta sviluppando un’uniformità territoriale che permette al calcio femminile di essere sempre più presente e strutturato dappertutto in Italia. Conseguenza questa anche dell’impegno messo in campo in primis dalla Figc".

La Serie A che sta per concludersi continua a regalare grandi emozioni: ci racconta le sue?

"Ho vissuto un campionato ricco di colpi di scena e le emozioni sono state tante perché ogni volta vedere i sorrisi e la determinazione di queste ragazze è per me uno stimolo a fare sempre di più per loro. Fiorentina e Roma ci regaleranno un finale da brivido per l’ultimo posto Champions, sono felice di accogliere in Serie A due realtà come Ternana e Parma in attesa di conoscere chi completerà il tris. Mi dispiace per la retrocessione della Sampdoria perché appunto vivo anche le sconfitte come se fossero una cosa di famiglia".

A proposito di emozioni: l’addio al calcio giocato di Sara Gama è stata una di quelle forti…

"Sara è simbolo di questo movimento, insieme ad altre colleghe è partita dal nulla e ha conquistato tanto: adesso bisogna dare continuità a ciò che ha fatto e il bello è che potremo farlo ancora con lei nelle vesti istituzionali che continuerà a ricoprire".

In vista della prossima stagione, la prima novità è il format della Serie A: da 10 a 12 squadre, girone unico andata e ritorno. Qual è l’obiettivo?

"Quello di riportare il campionato in linea con le altre leghe europee: la formula della Poule, soprattutto quella Salvezza, non è mai stata molto gradita. Con questo girone all’italiana siamo certi che il campionato possa essere ancora più competitivo e possa dare a tutte le squadre la possibilità di confrontarsi di più e ad alto livello".

In quest’ottica, l’apertura dei grandi stadi diventa ancora più importante.

"L’auspicio è che diventi sempre più la normalità. Perché non significa solo parità di genere, ma è un segnale forte di concretezza, di movimento che “esiste”: l’ultima partita all’Allianz Stadium ha fatto registrare 35.000 persone, speriamo sabato di ripeterci. L’apertura di San Siro a dicembre è stata un sogno avverato: i numeri non sono stati generosi, ma perché è stato annunciato un po’ all’ultimo…".

Il prossimo appuntamento è il 17 maggio a Como per la finale di Coppa Italia. Un evento che da anni va oltre la partita.

"Abbiamo scelto un target più giovane per l’intrattenimento anche per rispondere a una buona fetta di chi ci segue: musica e spettacolo uniti allo sport ci permettono di catalizzare presenze e visibilità e, quindi, di rendere il “prodotto” ancora più interessante. E anche per questa finale non deluderemo le aspettative".

Questa sarà un’estate molto impegnativa: che cosa si aspetta dalle azzurre di Soncin in Svizzera?

"Mi aspetto un risultato importante e naturalmente l’augurio è quello di portare a casa l’Europeo!".

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