L'appuntamento è fissato per sabato a Torino, Allianz Stadium, Juve Women-Inter, teatro del passo d'addio di Sara Gama, 36 anni, bandiera della Nazionale (135 presenze, 7 gol) e delle bianconere (6 scudetti, 4 Coppe Italia, 3 Supercoppe, 153 presenze, 6 gol), dopo il tricolore, la Coppa Italia e le due Supercoppe vinte con il Brescia nel 2016. L'inchino alla Regina del calcio femminile italiano è un atto di rispetto, di ammirazione, di gratitudine che l'intero movimento deve alla sua icona. Stamane su Tuttosport, ha acutamente osservato Silvia Campanella: "Questo momento resterà nella storia del calcio feminie italiano. Quella storia nella quale Gama più di chiunque ha tracciato una riga tra il prima e il dopo. Tra il dilettantismo e il professionismo. Tra l'esserci e l'esistere. Schiere di sognanti calciatrici le devono tanto, così come quelle con le quali ha condiviso questo primo pezzo di carriera fra Tavagnacco, Brescia e naturalmente Juventus".
La Regina che non abdica
Sara Gama incarna il meglio dei valori dello sport che ama profondamente sin da quando ha iniziato a praticarlo, coniugando le doti tecniche che l'hanno reso un'autentica eccellenza nel ruolo alla lealtà, al fair play, al rispetto delle avversarie, alle campagne per il riconoscimento di uno status che le giocatrici inseguivano da tanto tempo e da tanto tempo era loro dovuto. Sara Gama, punto di riferimento divenuto assoluto nel corso delle stagioni, grazie alla felice intuizione che otto anni fa ebbe Stefano Braghin, un altro dirigente di fondamentale importanza nel processo di crescita generale del nostro calcio femminile. In luglio vedrà la Nazionale impegnata in Svizzera nella fase finale degli Europei. Sara li commenterà per la Rai, la sua presenza sarà qualificata e qualificante, però, da grande farà anche altro. Consigliere federale, vice presidente dell'Associazione Calciatori, la ricchezza dei contributi a tutto campo che può offrire è tale da non precluderle nuove, importanti esperienze. Nel frattempo, il tributo dello Stadium sia caloroso. La Regina si ritira, ma non abdica. E questa è una fortuna.