Sono pochi quelli che, avendo avuto la fortuna di incrociarlo sul proprio cammino, sono riusciti a rimanere immuni a quel suo magnetismo tipico dei grandi. Chi lo conosce anche solo un po’ lo descrive come un uomo capace di rapire l’attenzione di chi lo ascolta grazie a una passione fuori dal comune e a una conoscenza straordinaria del calcio e dei sui meandri più remoti. Insomma, magnetico, maniacale nella sua ossessione per i dettagli, ma anche dotato del raro potere di trascinare tutti nella propria visione del gioco del pallone: questo, ma anche tanto altro, è Unai Emery.
Un'eredità disastrosa
Collezionista di miracoli, costruttore instancabile di squadre che pendono dalle sue labbra e dalle sue idee, da quando lo spagnolo ha preso in mano le redini dell’Aston Villa, anche dalle parti di Birmingham la magia ha iniziato a prendere forma. Un anno fa, quando i Villans decisero di strapparlo al Villarreal pagando agli spagnoli la clausola rescissoria, il club inglese navigava in acque molto pericolose: il tecnico di Hondarribia si era ritrovato fra le mani una squadra con poche idee e pure confuse. Una rosa con buone individualità, ma frustrata nella mente e nello spirito dalla disastrosa gestione Gerrard.
Aston Villa, dalla zona retrocessione ai vertici Premier
Nessun tentennamento, e nemmeno tabelle di marcia infinite chiamate a scandire con tempistiche bibliche la costruzione di una squadra in grado di poter competere a buoni livelli. L’impatto di Emery su tutto l’ambiente Villans è stato immediato e incredibilmente efficace. Una cavalcata straordinaria iniziata già nella scorsa stagione, nella quale lo spagnolo è riuscito prima a dare un gioco alla squadra, poi a migliorare le prestazioni di tutti i singoli, e infine a conquistare uno straordinario quanto inaspettato piazzamento europeo.