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Conte e Mourinho declassati: “Ho sbagliato, per il Tottenham non erano buoni”

Daniel Levy, numero 1 degli Spurs, commenta le gestioni passate della squadra ed elogia il suo nuovo tecnico: "Postecoglou è una boccata d'aria fresca"

LONDRA (Inghilterra) - José Mourinho e Antonio Conte sono stati due errori: parola di Daniel Levy, il patron del Tottenham. Il numero uno degli Spurs ha ricevuto molte critiche negli ultimi anni per non essere riuscito a sostituire quel Mauricio Pochettino che arrivò ad un passo dall'alzare una storica Champions League.

Il tecnico ex Juventus e l'attuale allenatore della Roma sono state le due scelte per tornare a vincere, ma la bacheca è rimasta vuota. Interrogato proprio sul passato del Tottenham, Levy non ha pronunciato i nomi di Conte e Mourinho, ma ha fatto capire come siano state sbagliate le scelte della direzione tecnica della squadra negli ultimi anni. Il tutto fino all'arrivo di Ange Postecoglou dal Celtic: il tecnico ha dato un nuovo spunto agli Spurs e nonostante la dolora cessione di Kane, la sua squadra convince il pubblico del Tottenham Hotspur Stadium. 

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Conte e Mourinho, la delusione del Tottenham

Tornando a Mou e Conte, queste le parole di Levy: "Abbiamo attraversato un periodo in cui avevamo quasi vinto. Con Mauricio abbiamo passato dei momenti molto belli. Non siamo arrivati ??a quel punto, ma ci siamo andati molto vicini e abbiamo cambiato strategia. La strategia era di assumere un manager da trofei. L'abbiamo fatto due volte e guarda che devi imparare dai tuoi errori. Sono ottimi allenatori, ma forse non per questo club". Bocciati i due "allenatori da trofei", Levy si gode Postecoglou: "Vogliamo giocare in un certo modo e se questo significa che ci vorrà un pò più di tempo per vincere forse è la cosa giusta per noi. Ecco perché dal mio punto di vista portare Ange è stata la decisione giusta. È stato molto facile, perché Ange direi che è un ragazzo normale ed è stato meraviglioso poter avere una conversazione con lui in cui potevamo parlare di qualsiasi cosa ed era molto diretto e onesto. C'era molta pressione su di me per portare qualcuno che fosse un grande nome. Volevo solo qualcuno che capisse il nostro dna, giocasse a calcio offensivo, desse una possibilità ai giovani giocatori, credesse nel settore giovanile, costruisse un rapporto con i tifosi e comprendesse le risorse che abbiamo e non abbiamo come club e far parte di una squadra. Ange, devo dire, è una boccata d'aria fresca".

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