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Farioli e Moffi, gli Spalletti e Osimhen di Nizza che spaventano il Psg

L'allenatore e il centravanti mattatori assoluti a Parigi: hanno caratteristiche simili ai loro conterranei campioni d'Italia in carica

Stesse origini, identico modo di vivere il calcio. Francesco Farioli e Terem Moffi condividono con Luciano Spalletti e Victor Osimhen non solo il luogo di nascita ma anche la modalità di affrontare il loro lavoro e la loro passione. Legati al calcio in modo viscerale, il tecnico e il centravanti del Nizza sono reduci dal sacco del Parc des Princes, dove i rossoneri si sono imposti per 3-2 in casa del Paris Saint Germain, una corazzata sulla carta inaffondabile. 

Invece, grazie ai dettami tattici del toscano classe 1989 e alla combo composta da due gol e un assist del nigeriano di soli dieci anni più giovane di lui, i nizzardi hanno sfondato il cassiere della Regina di Francia, ruggendo non solo di rabbia ma facendo esplodere anche tutta la loro qualità di gioco.  Un compendio di perfetta gestione del pallone e dei tempi di gioco quella del Nizza capace di imporsi in casa dei despoti della Ligue 1. Un'esibizione che ha avuto in Farioli e in Moffi i principali responsabili del successo.

Farioli, un toscano d'azzardo

Nato a Barga, a 100 km di curve da Certaldo, Farioli ha improntato un 4-3-3 che ricorda quello del suo illustre conterraneo Spalletti, un amante del calcio offensivo e propulsore del mix tra trame orizzontali e verticali. Il trionfo di Parigi è una sorta di laurea per il giovane allenatore ex Alanyaspor, dove si era già fatto notare per aver incartato e ridicolizzato un certo Andrea Pirlo, che aveva preso il suo posto da tecnico al Karagümrük. La lunga gavetta di un giovanissimo ex portiere allievo di Roberto De Zerbi che sente forte anche l'influenza del visionario Marcelo Bielsa è stata premiata prima di tutto dalla scelta della presidenza del Nizza, che ha puntato forte sulla sua voglia di vincere giocando bene.

Dopo tre pareggi nelle prime tre uscite, l'azzardo del toscano ha avuto il giusto premio prima nella vittoria contro lo Strasburgo in casa e poi nella scintillante performance del Parc, dove a togliere la corona a Luis Enrique è stato proprio lui, capace di imbrigliare il più forte Psg con ordine tattico e un pressing molto efficace, dal quale è nato il gol del provvisorio vantaggio ospite. A mettere la firma quel Moffi che, dopo un anno sorprendente a Lorient, ha scelto la Costa Azzurra per aumentare aspettative e numeri. E agli ordini di Farioli sembra di aver trovato lo slancio ideale per imporsi. Il tecnico di Barga ha compreso subito che la sua strategia doveva confluire nella forza del suo ariete. Che non l'ha deluso. Anzi.

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