L'ex presidente del Barcellona, Bartomeu, avrebbe utilizzato fondi blaugrana per motivazioni personali. Questo quanto emerge da una relazione di 112 pagine dei Mossos d'Esquadra, corpo di polizia catalano, stando quanto riportato dal programma 'Què t'hi jugues' di Cadena SER
Di cosa si tratta nello specifico? Pagamenti a otto società che fornivano servizi digitali, tra cui Amalgama Marketing di Miquel Sambola, amico dell'ex numero uno del club spagnolo.
Barcellona, il caso Bartomeu: la ricostruzione
Secondo i Mossos, Amalgama avrebbe fatturato 84.000 euro a stagione fino al 2020 più altre entrate per campagne specifiche, riferisce il programma radiofonico spagnolo: durante la pandemia Bartomeu avrebbe ordinato di pagare più del doppio i loro servizi: da 7.000 a 15.000 euro. Periodo in cui giocatori e dipendenti, invece, si sono tagliati lo stipendio per favorire la sostenibilità del club. Il rapporto farebbe emergere pagamenti di 223mila euro destinati a vari soggetti: il 43% sarebbe andato all'imprenditore Josep Sanmartì, il 29% al giornalista Marçal Lorente, il 14% a Sambola, il 14% diviso tra i giornalisti Albert Lèsan e Albert de la Torre. L'86% di Amalgama dunque sarebbe stati poi dirottati verso altri lidi.
La polizia catalana ritiene anche che l'assunzione degli esperti di maerketing digitale sarebbe avvenuta per amicizia e non per professionalità. Tesi che sarebbe venuta fuori dopo i sequestri negli uffici del Camp Nou in seguito all'operazione "Barcagate" che Cadena Ser ha scoperto il 17 febbraio 2020. In cosa consisteva? In una campagna stampa volta a difendere l'immagine del presidente diffamando altri soggetti, tra cui Messi, Piqué, Guardiola e molte altre personalità. Bartomeu è stato poi arrestato il 1 marzo 2021 e attualmente è ancora sotto processo per numerose vicende legate alla gestione del club tra cui il caso Negreira riguardante una possibile corruzione arbitrale.