Si chiama Arminia in onore di Arminio, eroe dell’epoca romana che guidò alla vittoria il suo esercito germanico in una battaglia nella vicina Teutoburgo. Un concetto dal duplice significato: la voglia di lottare sempre e quella di sorprendere. A Bielefeld in effetti sono abituati: in Germania è nota come “squadra ascensore”, essendo quella che ha il maggior numero di retrocessioni dalla Bundesliga alla Zweite, otto, più altrettante promozioni, al pari del Norimberga. Ma per una volta non rischia tonfi all’indietro, anzitutto perché ha già ottenuto un salto in avanti, con la promozione dalla 3.Liga alla 2.Bundesliga, e ora sogna di alzare la Dfb-Pokal nella finale di sabato 24 maggio contro lo Stoccarda.
Arminia, il sogno della coppa
In bacheca ha solo competizioni minori. Quattro ‘Schale’ della seconda serie, altri di terza, campionati e coppe regionali. All’Olympiastadion di Berlino potrebbe mettere il primo sigillo, alla primissima finale assoluta in 120 anni di storia. L’ha conquistata con merito in una stagione nella quale è sempre stata sfavorita. Certo, ha potuto contare costantemente sul supporto del suo pubblico caldissimo Almstadion di 27mila spettatori, ma di lì sono passate Hannover, 9° in Zweite, poi 4 squadre di Bundesliga: Union Berlino (13°), Friburgo (5°), Werder Brema (8°) e soprattutto il Bayer Leverkusen di Xabi Alonso, seconda forza e campione in carica, che ha perso 2-1.
Barricate, difesa e contropiede? No, intensità, coraggio e tanta spinta. La squadra allenata dal 39enne Mitch Kniat - venuto dalle serie minori, un self-made che ha fatto la vera gavetta - non si è mai piegata, potendo contare sul sostegno della sua gente che ha dato sempre grande coraggio. Un crescendo, come è stato anche il percorso in campionato, dall’8° posto dopo 23 giornate al ruolo di capolista all’ultimo triplice fischio. Eppure lo scorso anno ha rischiato di retrocedere in Regionalliga e sarebbe stato il terzo passo indietro consecutivo: nel 2021/22 era in Bundesliga — con portiere Stefan Ortega, oggi numero due del Manchester City e nel giro della nazionale tedesca.
Bielefeld, la città che non esiste
Il centro della città è la Schüco Arena, lo stadio, che porta il nome della ditta delle famose prese ‘tedesche’ che tutti abbiamo in casa. Ma non è l’unico motivo di fama del centro della Renania Settentrionale-Vestfalia, che ha 330mila abitanti ed è nota soprattutto per essere la città che... ‘non esiste’. Mai sentito parlare della ‘Cospirazione di Bielefeld’? Ha anche una pagina Wikipedia e addirittura una volta è stata citata da Angela Merkel.
È una teoria che si basa su tre domande: conosci qualcuno di Bielefeld? Ci sei mai stato? Conosci qualcuno che ci sia mai stato? Una cosa è certa: sulla mappa del calcio c’è eccome. E 24 anni dopo il cammino dell’Union Berlino, che nel 2001 era in terza serie e arrivò alla finale, la storia si riscrive. A proposito, anche l’Union fu promosso allo stesso modo dell’Arminia, ma perse la finale 2-0 contro lo Schalke 04. Si dice che la storia è ciclica, ma l’Arminia spera di ribaltarla. E a proposito di storia: la statua di Arminio che domina la città da qualche giorno indossa una maglia blu della squadra.