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Lipsia, che delusione: tra sconfitte e cambi di allenatore. E l’ombra di Klopp…

Lipsia, che delusione: tra sconfitte e cambi di allenatore. E l’ombra di Klopp… EPA

Sette sconfitte in Champions League, quarto posto ancora a rischio e un allenatore già esonerato. Con il nome di Jürgen che rimbomba sempre più forte

Da ormai qualche mese, il ruolo di allenatore del RB Lipsia può pacificamente essere annoverato tra i mestieri più difficili del mondo. Non tanto perché guidare una squadra con così tanto talento presupponga anche avere delle aspettative di un certo tipo, ma soprattutto perché porta con sé l’onere e l’onore di essere messi a raffronto con l’uomo che da dietro la scrivania gestisce tutto lo sviluppo del calcio del sistema Red Bull. Che si chiama Jürgen Klopp.

Chiariamo: l’ex allenatore di Liverpool e Dortmund non è un esecutivo in prima persona nei singoli club, men che meno in Sassonia, ma è chiaro che la sua parola abbia un peso e la sua figura ancora di più. Come d’altronde quella di ogni grande nome che si siede dietro una scrivania. Ecco, Marco Rose ne ha già fatto le spese venendo esonerato qualche settimana fa dopo risultati non soddisfacenti: era il terzino sinistro del Mainz con cui l’allenatore nato e cresciuto a Stoccarda aveva ottenuto la prima promozione in Bundesliga, ma è stato comunque esonerato.

Il Lipsia e Klopp: questione di "ombre"

C’è chi sembra pronto a giurare che, al termine dell’interregno di Zsolt Löw, chiamato ad interim, sia proprio Klopp quello destinato a scendere in panchina. La realtà però pare raccontare una storia diversa, almeno per ora: Jürgen sta bene nel suo ruolo dietro la scrivania, che occupa ufficialmente da gennaio, dopo sei mesi di vacanza al termine della scadenza del suo contratto con il Liverpool.

Supervisiona l’andamento delle squadre, visita, monitora a livello globale tutto il mondo calcistico Red Bull, con il suo braccio destro che è un altro grande 'ex' come Mario Gomez. E, inevitabilmente, anche per questioni di provenienza, è spesso e volentieri in tribuna durante le partite del RB Lipsia. Che d’altro canto è anche la squadra parte del network che sta ad un livello decisamente più alto rispetto a tutte le altre, non fosse altro che milita in un top campionato europeo e lotta per le posizioni di vertice. O quantomeno, è ciò che vorrebbe, anche se ancora dopo nove anni in Bundesliga e tanti talenti sviluppati quello step sembra ancora non essere arrivato.

RB Lipsia, una stagione difficile

Quando mancano quattro giornate alla fine, la squadra è al quarto posto con appena 49 punti raccolti (poco più di uno e mezzo a partita), ma ancora lontana dalla certezza di essere nella prossima Champions League — quella stessa competizione che ha concluso quest’anno con appena una vittoria a fronte di sette sconfitte con un misero 32° posto nella classifica unica, davanti soltanto ai cugini del Salisburgo, al Girone, allo Slovan Bratislava e allo Young Boys.

Troppo poco, soprattutto se si aggiungono poi le delusioni maturate in coppa di Germania (vinta nel 2022 e nel 2023), con l’eliminazione ai quarti di finale per mano dello Stoccarda, e appunto in campionato, dove la top four sembrava essere l’obiettivo minimo da conquistare e invece è ancora a rischio, visto che la nona classificata dista solo 5 punti (44 contro 49).

In estate la società aveva scelto di rinunciare soltanto a Dani Olmo, ma tenendosi i vari Sesko, Xavi Simons, Openda, giocatori attenzionati da tutta Europa. Quel salto di qualità in avanti non è arrivato. Anzi: la stagione si concluderà con almeno 4 punti in meno dei 65 ottenuti nella scorsa stagione. Mai la squadra in realtà è andata sopra i 67, record assoluto registrato nella prima stagione in massima serie: per vincere serve ancora quel qualcosa in più. Che sia… un Klopp?

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