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Klopp, Tuchel… Henriksen: il Mainz torna a sognare la Champions League

Klopp, Tuchel… Henriksen: il Mainz torna a sognare la Champions League Getty Images

L’allenatore danese sta confezionando una stagione quasi perfetta, su una panchina che ha lanciato grandi tecnici. E sogna in grande

Un anno fa, di questi tempi, il Mainz subiva otto reti all’Allianz Arena dal Bayern Monaco sprofondando ulteriormente in classifica, al penultimo posto con appena 16 punti in 25 partite. Sembrava condannato alla retrocessione. Invece, oggi, è in piena lotta per la Champions League, a sorpresa, ma con la credibilità di potersela giocare davvero. Senza aver rivoluzionato la rosa in estate, ma avendo cementificato le certezze che già erano presenti. Un piccolo miracolo con un nome e un cognome: Bo Henriksen, l’artefice di questo incredibile cammino.

Henriksen, la mente del Mainz

Chi l’avrebbe mai detto? Nessuno, razionalmente. Dicevamo di quell’8-1 in Baviera: è stata l’ultima sconfitta di quella stagione. Il finale è stato con 19 punti in 9 partite, media da Champions League. Ecco, a proposito. Dopo un inizio altalenante, il Mainz ha impennato il suo rendimento da novembre in avanti, raccogliendo 10 vittorie in 15 partite, per un totale di 31 punti — aggiunti ai 10 nelle prime 9 gare, il totale complessivo di 41 vale il quarto posto, dietro soltanto a Bayern, Bayer ed Eintracht, davanti a Dortmund, Lipsia, Wolfsburg e numerose altre squadre con un budget decisamente più alto.

L’allenatore danese è alla sua prima esperienza nei top campionati europei: aveva iniziato nelle serie minori del campionato del suo paese con il Brönshoj BK, poi il passaggio all’AC Horsens portato fino alla Superligaen, dove ha poi guidato anche il Midtjylland vincendo la Coppa di Danimarca. Dall’ottobre 2022 guidava lo Zurigo, quando poi lo ha lasciato per rispondere alla chiamata del Mainz, febbraio 2024.

Ad oggi, la sua media di 1,76 punti ottenuti per partita è per distacco la migliore tra coloro che hanno guidato il Mainz in Bundesliga. E non parliamo di nomi qualunque: Bo Svensson è l’ultimo in ordine cronologico, ma ci sono soprattutto delle colonne come Jürgen Klopp una ventina d’anni fa e dopo di lui anche Thomas Tuchel, ma va citato anche lo svizzero Martin Schmidt, che lo scorso febbraio ha lasciato la società dopo esserne stato direttore sportivo. Allenatori peraltro  tutti scelti dallo stesso uomo: Christian Heidel.

Burkardt (e non solo): le frecce del Mainz

L’ex nazionale tedesco Nadiem Amiri (visto anche per sei mesi al Genoa) e il giapponese Sano compongono una diga mediana tremendamente solida, che unisce anche tanta qualità e permette alla difesa di poter alternare gli interpreti senza mai patire. La differenza però la fanno gli attaccanti, a partire dagli estrosi sotto-punta, il 32enne coreano Jae-Sung Lee e il talento Paul Nebel, di 10 anni più giovane, entrambi già a quota 6 reti (come anche Amiri).

Le certezze sono anche, se non soprattutto ai due estremi. Robin Zentner tra i pali, portiere di quasi 2 metri che era diventato celebre per una papera nel 2019 quando confuse il pallone col dischetto del rigore mentre giocava coi piedi. Ora a trent’anni sta per entrare nel giro della nazionale tedesca. Come del resto anche Jonny Burkardt, il riferimento offensivo nonché capitano, classe 2000 che ha sempre avuto gol tra i piedi, ma senza mai continuità. Quest’anno è a 15, dopo gli 8 dell’anno scorso, 7 dei quali nella gestione Henriksen. Tradotto: 23 gol in 38 partite sotto l’allenatore danese. Sì, con numeri così a Mainz possono sognare davvero in grande.

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