Il suo numero di maglia è il celebre 14, quello del mitico Johan Cruijff, anche è stato lui a rivelare candidamente di averlo scelto in onore dell’ex juventino Blaise Matuidi, oggi ds del Miami City. «Omaggio a un giocatore leggendario, di grande generosità e abnegazione, che ha sempre dato tutto per il Paris Saint-Germain», racconta Désiré Doué, 19enne supertalento dei parigini rivali dell’Inter il 31 maggio a Monaco di Baviera nella finale di Champions League. Ala ultracreativa da guardare a vista e, ora come ora, candidato forte per il Golden Boy 2025. Lo sarà ancor più in caso di conquista del trofeo mai vinto dall’ambizioso club della capitale francese, contrariamente ai nerazzurri che vantano tre Champions/Coppe Campioni in bacheca.
La scalata di Doué
Prelevato lo scorso 17 agosto dal Rennes per 60 milioni di euro, il franco-ivoriano nativo di Angers ha ripagato la fiducia dell’allenatore asturiano Luis Enrique che lo ha lanciato come titolare: in questa stagione Doué ha già disputato 50 partite onnicomprensive con una statistica di 13 gol e 12 assist. Contributo importante valso per lui la prima League 1, il primo “Trophée des Champions” (cioè la Supercoppa di Francia) e la prima finale di Champions League.A rgento olimpico 9 mesi fa proprio nel suo futuro stadio del Parco dei Principi, campione europeo Under 17 nel 2022 in Israele, è un predestinato. Dalla nascita. Tradotto letteralmente dal francese il suo nome significa Desiderato Dotato. E che sia un “joueur très doué”, giocatore molto dotato, lo si nota subito quando tocca il pallone. È un giocoliere, un funambolo, uno che ama divertirsi e fare numeri di prestigio. La “ruleta” e la “rabona” fra i suoi preferiti. E spesso ha il vezzo di controllare la sfera con la suola della scarpa, spostandola da un piede all’altro sempre sotto i tacchetti, pronto a sorprendere e a ubriacare gli avversari con le sue giocate ridondanti di estro condite da finte di corpo micidiali.
Misto tra Neymar e Yamal
«Se mi avessero detto che si chiamava Douinho, avrei creduto che fosse un brasiliano», ha dichiarato Samir Nasri, ex Arsenal e Manchester City, oggi commentatore per l’emittente transalpina Canal +. Azzardando un paragone possiamo dire che Doué è un misto fra Neymar (il suo idolo) e il Golden Boy in carica Lamine Yamal (lo spagnolo non potrà più essere rieletto avendo già conquistato una volta il trofeo di Tuttosport riservato al miglior Under 21 dell’anno). Doué è il più alto fra i tre attaccanti: 181 centimetri contro i 180 del “blaugrana” e i 175 del capitano del Santos. Pupillo non solo di Luis Enrique ma anche del ct “Bleu” Didier Deschamps che, dopo averlo convocato per la prima volta lo scorso 13 marzo, lo ha fatto debuttare a distanza di 10 giorni nella Nazionale A nel ritorno dei quarti di Nations League contro la Croazia allo “Stade de France”. Desirée è entrato in campo al 21’ della ripresa al posto del compagno di club Barcola e ha segnato il secondo rigore (vittoria francese 5-4) diventando il più giovane calciatore nella storia della massima selezione transalpina ad avere preso parte alla lotteria dei rigori. Dopo la finale di Champions, lo rivedremo in azione il 5 giugno a Stoccarda contro la Spagna nella seconda semifinale della Final Four di Nations League (il giorno prima Germania-Portogallo a Monaco). Ha firmato fino al 2009 e percepisce 6 milioni netti all’anno. Il suo agente è Moussa Sissoko, lo stesso di Dembélé e Kolo Muani. Dovesse vincere la Champions, la sua quotazione toccherà le tre cifre…