Mircea Lucescu dice basta. O forse no. Fa discutere la decisione del tecnico romeno, 78 anni, di dimettersi dalla Dinamo Kiev con una dichiarazione che sa di addio al calcio: "È stata la mia ultima partita. Ho dato tutto quello che potevo, negli ultimi quindici anni, al calcio ucraino. Così non si può più andare avanti: la guerra, gli stadi vuoti. Minuti di silenzio, di omertà. La Dinamo Kiev avrà un bellissimo futuro, ma io non ne farò parte. Auguro pace e salute a tutti". L’annuncio è maturato dopo la sconfitta per 1-0 nel big match con lo Shakhtar Donetsk, in una delle partite che si giocano a Kiev con le squadre pronte a rientrare negli spogliatoi da un momento all’altro se dovessero suonare le sirene dei possibili bombardamenti. In un campionato surreale, la Dinamo Kiev è a -10 dalla capolista Klub Kryvbas, che ha però due gare in più, e a -8 dai rivali storici dello Shakhtar, rispetto ai quali la Dinamo ha una partita in meno. Lucescu assicura che avrebbe dato le dimissioni anche se la partita fosse stata vinta e lo confermano gli amici, che da settimane raccoglievano le sue frustrazioni per una situazione non più sostenibile.
L'incredibile carriera di Mircea Lucescu
Già out anche dalla Conference League (perso il playoff con il Besiktas) e dalla Coppa di Ucraina (out agli ottavi di finale) per la Dinamo Kiev si annuncia una stagione anonima, senza più alcun obiettivo se non crescere i giovani, una pratica nella quale Mircea Lucescu ha sempre saputo eccellere anche in Italia dove ha guidato soprattutto il Brescia (due promozioni in A, un trofeo Anglo italiano e fu lui a far debuttare nel massimo campionato Andrea Pirlo che aveva compiuto 16 anni da soli due giorni), ma anche Reggiana e Inter. Ha allenato in Russia (Zenit San Pietroburgo), in Turchia (Besiktas e Galatasaray) ovviamente nella sua patria (Dinamo e Rapid Bucarest), la nazionale romena e quella turca. Una carriera lunghissima: oltre 60 anni tra calciatore e allenatore, ricchi di soddisfazioni. Pelè gli fece i complimenti dopo un Brasile-Romania dove Lucescu non fece toccare palla alla “Perla nera”, di campionati ne ha vinti 6 da giocatore con la sua Dinamo, dove ha vinto anche da allenatore per poi portare pure il Rapid al trionfo, ha conquistato due titoli in Turchia, nove in Ucraina (otto con lo Shakhtar uno con la Dinamo Kiev), ha messo in bacheca sempre con lo Shakhtar l’ultima Coppa Uefa della storia. Davvero adesso è tutto finito? Per ora Lucescu è tornato a Bucarest e vuole solo riposare. Però Dinamo e Rapid Bucarest, Fenerbahce, Federcalcio romena aprirebbero volentieri un discorso.