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Baggio: Juve? Non volevo lasciare la Fiorentina. E quel rigore... Oggi Guardiola, Inzaghi o De Zerbi

Baggio: Juve? Non volevo lasciare la Fiorentina. E quel rigore... Oggi Guardiola, Inzaghi o De Zerbi
La leggenda del calcio italiano ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni del BSMT

Il Mondiale e il rigore a Pasadena

Nel racconto pacato ma intenso di Roberto Baggio, ogni parola porta con sé il peso della memoria e della responsabilità. L’ex fuoriclasse azzurro, protagonista indiscusso del Mondiale di USA ’94, è tornato a parlare della finale contro il Brasile, dell'errore dagli undici metri che segnò una generazione e di quel rapporto mai semplice con l’allora commissario tecnico Arrigo Sacchi. Dopo la stagione d’oro coronata dal Pallone d’Oro nel 1993, Baggio ha guidato l’Italia verso i Mondiali americani, trascinando gli Azzurri fino all’ultimo atto. Eppure, dietro al cammino epico, si nasconde un percorso irto di ostacoli. In primis, il difficile rapporto con il ct: "Credo che lui sia stato assolutamente un innovatore per il calcio di quegli anni. Abbiamo portato un calcio nuovo, bello da vedere. Ero felice di seguirlo". Ma ha poi aggiunto: "È venuto fuori un po’ di ego che era inutile. Sono nate delle incomprensioni. A volte si riduce tutto a quello. Bastava un po’ più di chiarezza, un po’ più di sensibilità."

Parole misurate, le sue, mai cariche di rancore, anche se il nodo resta evidente. "Io non ho fatto quello che ho fatto da solo. C’era una squadra, c’era un’identità. Ma certi episodi… beh, non ho voglia di raccontarli. È passato tanto tempo. Ad Arrigo oggi auguro il meglio." Poi, inevitabile, arriva il momento più doloroso: la finale persa ai rigori. "Io ho perso il Mondiale. Ho sbagliato il rigore, abbiamo perso. Mi prendo la mia responsabilità", ha affermato con cruda onestà. Ma il peso, per lui, fu triplo: "Tu pensa che in un colpo solo ho perso tre cose: il Mondiale, il secondo Pallone d’Oro consecutivo e il sogno che rincorrevo fin da bambino. Non tornano più." L’immagine di quel tiro che vola sopra la traversa è impressa nella memoria collettiva. Ma per Baggio, è una ferita che ancora brucia: "Se avessi avuto un badile, mi sarei sotterrato. Non doveva succedere." Eppure, il rigore sbagliato lo ha reso ancora più vicino al cuore degli italiani. Ha abbattuto la distanza tra il campione e la gente, rendendolo umano. "Tanti tifosi mi hanno detto: 'Guarda, non ti preoccupare'. Lo fanno per affetto. Ma quella cosa… me la porto dentro. Oggi, domani, fino a quando non ci sarò più". Sul percorso: "Siamo arrivati stanchissimi. Le partite precedenti a temperature assurde. Avevo una contrattura all’adduttore… Purtroppo è il mio punto debole: quando sto per raggiungere qualcosa, inevitabilmente succede qualcosa." Eppure, nella sua voce non c’è vittimismo. Solo la consapevolezza di un destino che l’ha messo alla prova, e che forse lo ha temprato anche nel cammino spirituale che ha intrapreso. "La fede mi ha aiutato a gestire momenti come questo. Ma non è facile. Perché quello era il sogno di una vita. E quando sei lì, a un passo dal traguardo, qualcuno te lo tira via".

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