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"Allegri prima amico, poi in terapia intensiva zero visite. Lo mandai a quel paese"

"Allegri prima amico, poi in terapia intensiva zero visite. Lo mandai a quel paese" Liverani
L'esperienza al Milan di Capello, la Coppa Uefa sfiorata col Toro e l'aggressione di cui porta ancora i segni: il racconto di Gianluca Sordo

Una disavventura che, per fortuna, oggi può raccontare, ma che ha inevitabilmente segnato la sua vita. Parliamo di Gianluca Sordo, ex calciatore che vanta 117 presenze in A, la vittoria di un Europeo con l'Italia U21, una Coppa Uefa sfiorata col Torino. Un trascorso anche nel Milan allenato da Fabio Capello, nel 1994, circa 10 anni prima da quell''aggressione che lo ha costretto a ritirarsi anzitempo dal calcio, condizionando inevitabilmente il suo percorso di vita. Una parentesi in carriera anche con Massimiliano Allegri (che il prossimo anno potrebbe tornare al Milan), di cui però conserva "un bruttissimo ricordo".

Sordo, dal calcio all'aggressione subìta

A raccontare cosa è successo è stato proprio Sordo, intervistato dal Corriere della Sera. L'accaduto risale: "Mi allenavo tutti i giorni, nella speranza di trovare una squadra in C2. Ogni venerdì, poi, andavo a giocare a calcetto con i miei amici, quindi una pizza a cena e una bevuta in un bar a Marina di Massa prima di tornare a casa. Una sera, senza volerlo, pesto il piede a una ragazza. Le chiedo scusa un paio di volte, lei non le accetta. Alla terza perdo la pazienza e la mando a quel paese. A quel punto un ragazzo che era alla mia sinistra, e che evidentemente nutriva un certo interesse per lei, mi rifila una testata alla tempia. Ci dividono, lui era recidivo. Aveva già dei precedenti".

Una situazione che si presenta decisamente seria: "Torno a casa, inizio a vomitare nel letto, non riuscivo a parlare o a muovermi. Mia moglie, oggi ex, chiama il 118. "Ha bevuto, ora gli passerà", le rispondono. Continuo a peggiorare, a quel punto avvisa mia mamma che richiama subito i soccorsi. 'Se non lo portate in ospedale, muore'. Mi fanno una tac, avevo un ematoma cerebrale. Alle 8 del mattino mi operano a Pisa, salvandomi la vita. È un miracolo che sia qui a raccontarlo". Da lì inizia un calvario. In coma 4 giorni, un mese in terapia intensiva e una lunga riabilitazione, pagata proprio da Sordo, e con danni che permangono ancora oggi: " Zoppico, ho dei deficit motori con la parte sinistra del corpo e la testa mi va a fuoco anche quando leggo solo mezza pagina di giornale sportivo. Percepisco una pensione di invalidità".

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