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Sara Gama, dal cortile allo Stadium inseguendo il pallone e un sogno. Che bello se guidasse il calcio italiano

Sara Gama, dal cortile allo Stadium inseguendo il pallone e un sogno. Che bello se guidasse il calcio italiano Juventus FC via Getty Images
Smette una delle più importanti calciatrici italiane, che ha ispirato migliaia di ragazze a giocare e ha combattuto, vincendo, per il professionismo femminile

TORINO - C'era una bambina che giocava a pallone in cortile. E non si è mai fermata. O, meglio, nessuno è mai riuscito a fermarla. E così quella bambina dal cortile del suo palazzo, a Trieste, è arrivata a giocare negli stadi più importanti del mondo, con la maglia della Juventus e quella della Nazionale. Ha tirato dritto, da difensore centrale non ha mai amato il dribbling, così ha abbattuto gli ostacoli più che aggirarli, ha tirato giù i muri, ha preso a spallate i pregiudizi fino a trasformare il gioco in professione. E anche se Sara Gama è una bambina diventata grande rimanendo bambina, oggi ha deciso di smettere di giocare.

Ispirazione

Smette con il calcio giocato, non con il calcio, una delle più grandi e importati calciatrici italiane di tutti i tempi. E se oggi abbiamo negli occhi le sue imprese in campo, gli scudetti, le coppe, le imprese in azzurro, quello che è stata la Sara Gama calciatrice lo capiremo tra dieci anni, quando arriverà l'onda lunga delle ragazzine che ha ispirato con la sua forza, con il suo modo di porsi, con quel sorriso incorniciato dai capelli ribelli che ha fatto venire voglia a migliaia di bambine come lei di scendere in cortile a inseguire un pallone. Un'icona, ma soprattutto una pioniera, cioè una che ha esplorato territori sconosciuti, tracciato una strada e indicato la direzione, trascinandosi dietro un movimento e dando il via a qualcosa la cui portata peseremo più avanti.

Dirigente

Anche quello che sarà la Sara Gama dirigente, invece, lo scopriremo nei prossimi anni. Ha idee, determinazione, competenza, conoscenza del sistema dove è entrata da diversi anni. È stata consigliere federale, attualmente è vice presidente dell'Aic e, nonostante sia soprattutto sua l'iniziativa che ha ottenuto il professionismo le calciatrici, sarebbe riduttivo pensarla come paladina del movimento femminile. Per Gama, d'altronde, non esiste il calcio femminile e quello maschile, esiste il calcio e basta, per il quale ha progetti e visioni. E se tra dieci anni uno la ritrovasse presidente federale, l'ultima cosa che dovrebbe fare è stupirsi, la prima, invece, essere contento.

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