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Platini, come sarebbe bello se ora la Juve pensasse al suo Roi

Platini, come sarebbe bello se ora la Juve pensasse al suo Roi EPA
La leggenda francese è stata prosciolta dall'accusa di frode e pagamenti illegali ai danni della Fifa, e se tornasse in bianconero?

La catena della giustizia che si compie a a scoppio ritardato, troppo ritardato, ha aggiunto un altro anello. Stavolta francese e non italiano, come nelle allucinanti vicende vissute da Michele Padovano, per 17 anni colpevole di essere innocente e da Armando Izzo, definitivamente assolto da ogni accusa dopo un incubo durato 10 anni. Gli stessi che ha dovuto sopportare Michel Platini, 69 anni, leggenda del calcio mondiale, prosciolto dall'accusa di frode e pagamenti illegali ai danni della Fifa insieme con Sepp Blatter, oggi ottantanovenne, dall'8 giugno al 21 dicembre 2015 presidente della federazione mondiale. Il Tribunale penale federale d'appello di Bellinzona, in Svizzera, non ha accolto le richieste della pubblica accusa che aveva chiesto per i due imputati 20 mesi di reclusione con la sospensione della pena, nonostante essi si fossero sempre proclamati innocenti. Platini era sotto processo "per aver percepito illegalmente, a spese della Fifa, il pagamento di 2 milioni di franchi svizzeri" (1,8 milioni di euro) da parte di Blatter.

Il calvario di Platini

La difesa e l'accusa concordarono su un punto: Michel aveva ben consigliato Blatter tra il 1998 e il 2002, durante il primo mandato di quest'ultimo alla guida della Fifa, quando i due avevano stipulato un contratto, risalente al 1999. L'accordo attribuiva al francese un appannaggio annuo di 300 mila  franchi svizzeri, interamente pagati dalla Fifa. Ma, nel gennaio 2011, il fuoriclasse, sempre secondo l'accusa, "rivendicò un compenso ingiustificato di 2 milioni di franchi svizzeri". Platini e Blatter si sono difesi sostenendo di aver stabilito fin dall'inizio uno stipendio annuo di un milione di franchi svizzeri, garantito da un "gentlemen agreement" orale e senza testimoni. L'intesa orale era valida, secondo la legge elvetica. Il bello, cioè il brutto, visto come si misero le cose da quando scattò l'inchiesta nel 2015, è che Platini aveva regolarmente denunciato la somma al fisco francese, tanto che in primo grado venne pienamente assolto. Bisognava, però, arrivare al processo d'appello richiesto dall'accusa. Nel frattempo, quando scoppiò lo scandalo e nonostante le reiterate proteste d'innocenza, fu costretto a dimettersi dalla presidenza dell'Uefa, ricoperta dal 2007 al 2016, il tre volte Pallone d'Oro, totem della Juve e della Francia campione d'Europa '84, in piena corsa per succedere proprio a Blatter, pure lui obbligato a lasciare l'incarico.

Signora ricordati del tuo Roi

Al suo posto, il 26 febbraio 2016, venne eletto Gianni Infantino, l'uomo del Mondiale in Qatar, del Mondiale per club 2025, del Mondiale 2026 per Nazionali in Canada, Messico e Usa; del Mondiale 2030 in Spagna, Marocco e Portogallo con alcune partite in Argentina, Uruguay e Paraguay), del Mondiale 2024 in Arabia Saudita. Ha commentato Platini: "Sono felice per tutti i miei cari perché finalmente giustizia è stata fatta dopo anni di bugie e manipolazioni. La verità è venuta alla luce. Ho vinto una prima partita. Ci sono colpevoli che non si sono presentati durante il processo. Non mi arrenderò e andrò fino in fondo nella mia ricerca della verità. La persecuzione è finita. Il mio onore è stato ripristinato. Nessuno in Francia credeva fossi responsabile di qualcosa. Conosco la storia fin dall'inizio, so che si trattava di un complotto per impedirmi di diventare presidente della Fifa. So che per i miei nemici il tempo era importante, mi hanno messo da parte per 10 anni". È andata proprio così, Michel. Ma, adesso, torna in campo: questo calcio business che hai sempre combattuto, sin da quando hai introdotto il fair play finanziario, ha bisogno di te più che mai. E, a dire il vero, ne avrebbe tanto bisogno anche la Juve, in questi tempi così turbinosi. Come sarebbe bello se la Signora si ricordasse del suo Roi.

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