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Nesta, Juve-Milan 2003 senza filtri: “Maldini mi fece preoccupare, poi fu follia”

Nesta, Juve-Milan 2003 senza filtri: “Maldini mi fece preoccupare, poi fu follia” Prime Video

La finale di Champions League nei ricordi della leggenda rossonera: dal rigore a Buffon alle chiacchiere con Lippi e Di Vaio

Nesta e l’incredibile finale di Istanbul contro il Liverpool

Per Nesta, però, il suo Milan più forte fu quello che perse ad Istanbul contro il Liverpool nel 2005: “Con Jaap Stam, un animale. Mamma mia. Iniziamo nel primo tempo dicendo che li avremmo sfondati, eravamo carichi. Eravamo freddi. Nello spogliatoio abbiamo festeggiato? Ma no. È qualche scemo dell’altra squadra, non so neanche come si chiama, che ha detto ste cose… Noi invece abbiamo anche discusso, il clima era abbastanza teso, sapevamo che era ancora lunga. Sai chi li ha tenuti su? Gerrard. Era ovunque, è stato un animale. Poi nel secondo tempo l’episodio che prendi gol, il secondo che non capisci come e poi ti viene il braccino corto. Sapevamo a fine primo tempo che era ancora lunga e che avremmo dovuto giocare forte. È successo anche altre volte che prendi gol… Sul 3-2 ci è un po’ mancato… Sul 3-3 abbiamo ricominciato, Dudek fa una parata clamorosa che neanche sa come ha fatto: apre un braccio e Sheva gli tira da un metro e la palla si impenna. Poi andiamo ai rigori e perdiamo. È stata una roba… È andato male tutto. Di rigore ne ho tirato uno in Supercoppa e ho fatto gol sempre a Gigione. Dopo basta, non si sono più fidati. Quando siamo andati ad Istanbul mi sono proposto ancora, ma il mister non me l’ha fatto tirare. Nello spogliatoio nessuno parlava, nessuno si è permesso. Eravamo con le famiglie, siamo andati a mangiare e c’era un silenzio… Tutti morti eravamo. Rino d’estate voleva andare via, ma Galliani l’ha convinto, ma comunque eravamo tutti depressi. Per tutti i mesi estivi per quel mezzo secondo in cui apri gli occhi quando ti svegli dicevo: ‘Non è possibile dai, non è vero’. E invece dopo quando ci siamo rivisti ci siamo ricaricati. C’era un gruppo di italiani forte, quelli giusti. Ci siamo detti che non poteva finire così. Ci siamo rimessi al lavoro. Maldini ha detto le parole giuste, non parlava tanto: ‘Rimbocchiamoci le maniche, si riparte’. Dovevamo solo superarla. Rino era morto, penso si sia frustato tutta l’estate. È stato male, sai com’è lui. Ma alla fine si è ricaricato, era quello che ci dava l’input: dava due scarpate e partiva l’allenamento. Anche in quel caso è stato giusto. Paolo, Rino, Andrea, Ambro… Sono stati giusti e siamo ripartiti”. 

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