L'appuntamento è fissato per oggi alle 14.30, a Ostia, Stadio Anco Marzio, capienza ufficiale mille posti. Il Livorno, capolista del girone E della Serie D e lanciatissimo per tornare tra i professionisti, fa visita all'Ostiamare, attualmente dodicesima in classifica. Il suo presidente, nonché proprietario, dal 25 gennaio scorso è Daniele De Rossi che proprio con la maglia viola dal colletto bianco e il numero 9 sulla schiena cominciò a giocare prima di passare alla Roma, dove ha sempre indossato il parastinchi dedicato alla squadra delle sue origini. Il calcio sa raccontare storie di pura bellezza, come questa di Capitan Futuro ritornato al futuro.
De Rossi ha salvato l'Ostiamare
Daniele ha salvato l'Ostiamare dal baratro, ha regolato le sue pendenze, ha iniettato una scarica di entusiasmo nella comunità in cui è nato, è cresciuto, che ha sempre portato con sé. "Papà mi ha detto che sono matto, che ci saranno tante rotture di scatole". Papà Alberto De Rossi, un autentico rabdomante di talenti, un eccezionale maestro dei giovani. È assodato sia felice, molto felice della scelta di Daniele che ha espresso un desiderio: "A me piacerebbe restare qui per trent'anni. Mi informavo sui risultati dell’Ostiamare e sulla sua classifica anche quando giocavo con la Roma". Parole pronunciate con la felicità di quando era alto così, zazzera bionda al vento e un grande avvenire dietro un pallone. Adesso è tornato dove l'ha riportato il cuore. Per la sua caratura di uomo, di calciatore, di tecnico, per i valori che incarna, De Rossi è un patrimonio assoluto del nostro calcio: totem della Roma, della quale è il giocatore con il secondo maggior numero di presenze ufficiali di sempre dopo Totti; campione del mondo con l'Italia nel 2006 (117 presenze e 21 gol in Nazionale); allenatore della Roma post Mourinho che nella scorsa stagione ha portato al sesto posto e alla semifinale di Europa League, tanto da guadagnare la conferma triennale dei Friedkin. Salvo poi essere incredibilmente, assurdamente esonerato dagli stessi dopo appena quattro giornate di campionato. Ma questo è un altro discorso.
De Rossi, dal Boca Juniors all'Ostiamare
Qui si assegna il dieci e lode a De Rossi presidente dell'Ostiamare per amore e per passione, sentimenti autentici e per ciò stesso rari. Gli stessi che spinsero uno dei più forti centrocampisti di questo quarto di secolo, secondo Lippi al livelll di Lampard e Gerrard, a chiudere la sua carriera nel Boca Juniors dove gli sono bastate sette partite per entrare nel cuore degli Xeneizes. Nel calcio d'inizio 2025 in cui albergano i teorici del gioco posizionale e del gioco relazionale, delle transizioni e delle catene di destra e sinistra (Brera, perdona loro perché non sanno ciò che dicono o scrivono), De Rossi all'Ostiamare ha spalancato le finestre facendo entrare ossigeno puro: "Riporteremo i ragazzini a toccare il pallone con i pidi, senza parlare di attica, moduli e sistemi. Ci saranno regole per i ragazzini e soprattutto per i genitori. Faremo un campetto di sabbia perché tanti ragazzini, me compreso, hanno imparato a giocare sulla spiaggia. E inoltre faremo più allenamenti: più pallone e meno playstation. Vale per tutti, anche per i miei figli. Cercheremo di far toccare loro il pallone sempre più".
De Rossi e il legame con la gente di Ostia
E poi il legame con la sua gente, la gente di Ostia, gli amici, le persone importanti della sua vita, le radici mai recise: "Questa cosa mi piace da morire, per me non è un sacrificio. So che ci sono difficoltà, ma non sono uno sprovveduto, mi prendo le mie responsabilità. Non esistono deadline. Cerchiamo di fare qualcosa che durerà nel tempo e che sia sostenibile. Ci sono e ci saranno investimenti, il nostro progetto durerà più anni, spero anche trenta. Le cose vanno ponderate e studiate, non solo Elon Musk o Abramovic. I frutti verranno nel corso del tempo, promettere vittorie o strutture irrealistiche mi farebbe solo fare una brutta figura". Questo rischio non c'è, Daniele. Parafrasando George Bernard Shaw, l'uomo è arrivato, quando fa per passione ciò che farebbe per mestiere.