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“Acerbi, le spiegazioni più schifose del gesto. Serviva più intelligenza”

L'ex difensore di Brescia e Napoli, Fabiano Santacroce, ha vissuto sulla sua pelle epiteti semplicemente irripetibili, il suo commento sulla vicenda Juan Jesus

Fabiano Santacroce, ex difensore di Brescia e Napoli, che vanta anche sette presenze con la maglia dell’Under 21 azzurra, ha vissuto sulla sua pelle epiteti semplicemente irripetibili: «Ne ho sentiti tanti che usano quella parola lì con spregio. Altri invece la adoperano per offenderti e farti uscire dai gangheri. Se a me è successo? La prima volta giocavo negli allievi nazionali. A un certo punto piansi in campo per gli ululati e gli insulti ricevuti dai genitori. Avevo 15-16 anni. Poi mi feci una corazza. Ma non è non è facile, va oltre, non è un’offesa comune. È un qualcosa che ha radici nella storia, dato che i nostri avi non potevano fare le stesse cose dei bianchi».

Che idea si è fatto di quanto accaduto tra Acerbi e Juan Jesus?
«Stavo guardando con mia figlia la partita, appena ho visto Juan Jesus con l’arbitro ho capito di cosa si trattasse. Si vedeva che lo stesse richiamando non per un altro tipo di gesto scorretto. Mi è dispiaciuto che una cosa così sia accaduta in un match di questa risonanza, sotto gli occhi di tanti ragazzi. Juan Jesus ha affrontato la situazione con una signorilità pazzesca, è stato molto più che bravo».

Nel post partita Juan Jesus sembrava aver chiuso l’argomento.
«È una cosa molto personale. Se uno non si sente di tirarla fuori, avrà sempre il mio appoggio. Poi comunque ha dato la sua versione dei fatti quando ha sentito le dichiarazioni di Acerbi».

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