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“Contatti Lazio”: Cantone e il dossieraggio Gravina tra giallo e scandalo

A Perugia si indaga sull’origine della raccolta abusiva di informazioni. Il procuratore del capoluogo umbro ha illustrato numeri, fatti e osservazioni e riflessioni sugli accessi illegali alle banche dati sensibili

TORINO - Non devono essere affatto dispiaciute a Gabriele Gravina, presidente della Figc, le parole utilizzate nella deposizione alla Commissione Antimafia dal procuratore di Perugia, Raffaele Cantone. Il magistrato ha illustrato a 360 gradi numeri, fatti, osservazioni e riflessioni rispetto agli accessi illegali a banche dati sensibili da parte del finanziere Striano e il pm Antonio Laudati della direzione nazionale antimafia.

"Contatti con soggetti della Lazio"

E a proposito delle irregolarità compiute per spulciare conti e non solo del numero uno del calcio italiano, ha specificato: "Ci sono stati una serie di contatti con soggetti della Lazio, ma finché non si trova la prova non ci sono responsabilità. Abbiamo ascoltato, a Perugia, Claudio Lotito come persona informata sui fatti, poi abbiamo ritenuto di trasmettere gli atti alla procura di Roma". La quale poi, come si sa, ha aperto un fascicolo senza ipotesi di reato né indagati ma, a quel punto, lo stesso Gravina per accelerare il tutto e ridurre i tempi della gogna mediatica ha ottenuto mercoledì stesso di essere sentito alla presenza dei propri avvocati diventando così sì indagato, per le ipotesi di autoriciclaggio e appropriazione indebita, ma mettendosi nella posizione di poter andare al contrattacco.

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