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Riva, le sigarette in silenzio con Buffon e quella scelta sulla Juve

La seconda vita azzurra da team manager: punto di riferimento per giocatori e ct. Malagò: "Ci ha reso orgogliosi". Il ricordo dell'ex numero uno bianconero

TORINO - È un peccato che tra le immagini iconiche che raccontano la storia della Nazionale non se ne possa inserire, per ovvie ragioni, una delle tante che ritraggono Gigi Riva e Gigi Buffon insieme, seduti su una panchina di Coverciano, mentre fumano in un silenzio pieno di significati. Gigi Riva, in quel 2006 prima azzurro tenebra e poi scintillante, era già da 16 anni nel pieno della sua seconda vita azzurra: quella di amico, confidente, e simbolo vivente. Molto più di un semplice team manager ma mai, neppure per un minuto o per un atteggiamento, auto-issatosi sul piedistallo da “monumento vivente”. Anzi, per tutti era Gigi e con tutti trovava il tempo per una frase, per un sorriso: presente, attento, eppure rigoroso nella tutela della sacralità delle dinamiche del gruppo e del rispetto per il ruolo del ct di turno.

E pronto a mettersi a disposizione anche operativamente se gliene chiedevano la disponibilità: furono memorabili, per esempio, la sensibilità e la dedizione con le quali si dedicò al “tutoraggio” di Mario Balotelli durante l’Europeo del 2012 con ct Prandelli, quello che l’Italia perse in finale a Kiev contro la Spagna. E non è un caso che sia stata la competizione azzurra in cui Balotelli abbia reso di più senza mai deragliare nei comportamenti. Nel maggio 2013, stanco e provato, Riva lasciò la Nazionale e, accidenti, quanto sarebbe poi mancato il suo carisma al gruppo la sua figura nel Mondiale del Brasile, solo un anno dopo...

Gigi Riva, il ricordo delle istituzioni

È stato anche uomo di istituzioni, responsabile dei rapporti tra Figc e Nazionali prima e vicecommissario poi, e il presidente federale Gabriele Gravina lo ha ricordato così: "Sono scosso e profondamente addolorato: il calcio italiano è in lutto perché ci ha lasciati un vero e proprio monumento nazionale. Gigi Riva ha incarnato il mito dell’uomo libero e del calciatore straordinario: il suo orgoglio, la sua classe e il suo senso di giustizia hanno unito generazioni e appassionato milioni di persone. “Rombo di Tuono” ha legato all’azzurro la sua straordinaria carriera da atleta e da dirigente, grazie a lui abbiamo vinto l’Europeo del 1968 e il Mondiale del 2006. Chi ha avuto, come me, la fortuna di conoscerlo oggi perde un amico e un punto di riferimento importante". Messaggi anche del presidente Fifa, Infantino ("Un campione senza tempo. Un uomo duro eppure molto buono. I suoi valori inattaccabili sono stati d’esempio per generazioni di calciatori"), del presidente del Coni, Malagò ("Ha dato voce al senso di appartenenza del Paese e ci ha reso orgogliosi di essere italiani") e di Sport&Salute, Mezzaroma ("Un grande atleta che ha scolpito per sempre il suo nome nello sport italiano").

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