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Zanetti: Inter, caso Lukaku, Lautaro capitano e pronostico Champions

Il vicepresidente nerazzurro, vincitore del premio Fair Play Mennarini, è stato intervistato da Marca

Da capitano dell'Inter in campo a vicepresidente nerazzurro, una vita a Milano per Javier Zanetti che, ai microfoni di Marca, ha ripercorso tutta la sua carriera sia come giocatore che come dirigente, rispondendo a diverse domande.

Zanetti ha analizzato così l'inizio di stagione dell'Inter: "Siamo contenti perché sono partiti giocatori importanti, che dobbiamo ringraziare per quello che hanno fatto difendendo la maglia dell'Inter, e sono arrivati nuovi giocatori con tanta voglia di fare. Abbiamo iniziato il campionato vincendo tutte e tre le partite e dimostrando che l'Inter, oggi, è ancora una squadra competitiva". Dal campionato alla Champions: "Di nuovo in finale Champions? Sarà difficile, ma la voglia di riprovarci non manca. Sappiamo che nel calcio tutto è possibile, ma dobbiamo andare passo dopo passo. Per prima cosa devi superare il gruppo, il che è molto importante.".

Spazio anche a qualche battuta su Mourinho, e proprio sul rapporto con lo Special One ha aggiunto: "Con Mourinho mi è rimasta la capacità di convincere un gruppo che potevamo fare cose importanti, che anche se vincere la Serie A era fondamentale, potevamo fare un altro passo, cioè vincere la Champions League, e finalmente ci siamo riusciti. Parliamo di un allenatore molto qualificato e con molta personalità".

Le parole di Zanetti su Inzaghi

El Pupi ha parlato anche del fresco rinnovo di Simone Inzaghi con l'Inter: "Stabilità, conferma che Simone Inzaghi sta facendo un ottimo lavoro. Con grande serenità e personalità ha continuato ad avere fiducia in quello che faceva e questo gli viene riconosciuto dandogli quella continuità che si è guadagnato e che merita".

Poi, una riflessione sul calcio arabo, che ha "rubato" Brozovic all'Inter: "È difficile parlare dell’Arabia perché sono decisioni personali che ognuno deve prendere. Nella mia carriera ho dovuto affrontare situazioni di questo tipo. Avrei potuto lasciare l'Inter per altri club importanti, ma nel mio caso l'equilibrio pendeva sempre da come mi sentivo nella società, nei suoi valori e nelle sue persone, e questo per me è più importante di qualsiasi numero".

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