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Agnelli: "Ceferin era d'accordo con la Superlega, ma ora si sente un re"

In una lunga intervista al De Telegraaf l'ex presidente della Juve spiega la Superlega e ne racconta i retroscena: "Il Monopolio dell'Uefa rende più forti i club forti e più deboli i club deboli". Eccola in versione integrale

Il progetto con Ceferin

"Nel 2019 eravamo pronti, Aleksander (Ceferin, ndr) ed io. I top club di tutte le sottodivisioni dell'Eca (allora circa 130 club professionistici europei) si erano accordati su un nuovo formato. I club di medie dimensioni delle grandi leghe, i dirigenti delle grandi leghe e alcune associazioni nazionali vedevano il nuovo formato come una minaccia e quindi Ceferin si è ritirato. I club erano a favore di un sistema del calcio europeo rinnovato e migliorato. Quando la Uefa ha deciso di bloccare il progetto, sono nati progetti esterni alla Uefa per organizzare un nuovo campionato con tutti i club dell'Eca. La possibilità che il progetto prenda il via dipenderà dalla Corte di giustizia europea".

Un futuro europeo

"A livello interno è stata una guerra che non sono riuscito a vincere. Pur sapendo che il sistema attuale non offre un futuro ad Ajax, Anderlecht, Celtic, Benfica, Panathinaikos e Stella Rossa di Belgrado... Allora non si resta fermi, ma si prendono altre strade per arrivare a ciò che si vuole fare per il calcio europeo di club. Perché, a parte la mancanza di stabilità finanziaria, in molte competizioni, nazionali e internazionali, i vincitori sono noti in anticipo. Principalmente a causa degli introiti che i club ottengono dal  mercato nazionale. L'Inghilterra è al primo posto in questo senso e si può vedere come la Premier League sia rappresentata in maniera generosa nelle fasi finali dei tornei di coppe europee. La Spagna è subito dietro insieme ad alcuni club come il Paris Saint-Germain e il Bayern Monaco. Ma in una competizione sportiva è importante che ogni partecipante abbia la possibilità di vincere. Così anche Ajax, Feyenoord e Juventus. Come appassionato di calcio, sostengo fortemente una competizione internazionale di questo tipo. Al contrario delle federazioni internazionali. Non hanno alcun riguardo per i problemi dei club. Come governanti, vogliono mantenere tutto com'è. Si oppongono a qualsiasi cambiamento. Ecco perché il sistema non è adatto al futuro".

Il sistema avvantaggia i ricchi

"Se rimane tutto così prevedibile come in questo momento, il pubblico si allontanerà dal calcio. Continueranno a seguire il calcio internazionale in Olanda se l'Ajax, il Feyenoord o il Psv non hanno mai la possibilità di vincere o di competere? Da qui nasce l’idea di un campionato europeo con diverse divisioni con un sistema di promozione e retrocessione. A condizione che offrano pari opportunità ai club. Pensate a sessanta-ottanta club in tutta Europa. Con i miei 13 anni di esperienza nel settore calcistico, so come funzionano le cose, ho raccolto idee e dico che è tempo di campionati più equi. Non campionati determinati esclusivamente dal successo commerciale, né dai mercati in cui si spende di più per il calcio. In chiave europea, i mercati più grandi ottengono anche il maggior numero di introiti dalla Champions League. Quindi, se si mantiene il sistema attuale, il divario tra i club inglesi e spagnoli e gli altri, non fa che aumentare. Ad eccezione probabilmente per il Psg e il Bayern Monaco. Invece si dovrebbe puntare a una maggiore democrazia sportiva. Un club polacco non ha forse il diritto di raggiungere il successo? I tifosi polacchi non hanno abbastanza passione per il calcio? Un'esatta parità di condizioni è un'illusione in Europa, ma bisogna lottare per ottenerla. È qui che sta la sfida. Chi guarderà una partita il cui vincitore è scontato?"

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