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Diritti tv mondiali: Al-Khelaifi prosciolto da accuse di corruzione

Il presidente del Psg è stato scagionato in appello dall'accusa di "istigazione a una gestione sleale" relativa alla trasmissione dei Mondiali 2026 e 2030

LOSANNA (Svizzera) - Prosciolto in appello. È questa la decisione di una corte federale svizzera che ha assolto il presidente del Paris Saint-Germain Nasser al-Khelaifi. Il qatariota, da presidente del gruppo BeIn, era sotto processo penale a Bellinzona per "istigazione a una gestione sleale" nell'attribuzione dei diritti televisivi delle edizioni 2026 e 2030 in Nordafrica e Merioriente della Coppa del Mondo. Assolto dalle medesime accuse anche Jerome Valcke, ex segretario generale della Fifa, condannato a 11 mesi (con sospensione della pena) per aver falsificato dei documenti ma in un caso diverso rispetto a quello che riguarda il presidente del Psg. Al-Khelaifi, presidente dell'emittente televisiva di proprietà del Qatar beIN Media, era stato accusato di aver incitato Valcke a commettere una "cattiva gestione criminale aggravata".

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Diritti tv e ville: gli "affari" del duo Al Khelaifi-Valcke

Jerome Valcke, per anni collaboratore fidato e braccio destro del presidente Fifa Sepp Blatter, ha dovuto rispondere alle accuse legate a due distinti casi di corruzione nell'ambito dei diritti televisivi. L'ex segretario Fifa è infatti accusato di aver fatto trasferire a beIN Media i diritti del Medio Oriente e del Nord Africa per i Mondiali del 2026 e 2030, ottenendo in cambio "benefici ingiustificati" da parte di Al-Khelaifi. L'accusa sostiene che ci sia stato un incontro avvenuto il 24 ottobre 2013, presso la sede francese di beIN, quando Al-Khelaifi avrebbe dato la sua parola con lo scopo di acquistare una villa in Sardegna per cinque milioni di euro, concedendo l'uso esclusivo dell'immobile allo stesso Valcke. Al-Khelaifi avrebbe poi dovuto cedere la villa a Valcke sulla base di determinate condizioni. Il presidente del Psg ha però sempre negato di aver acquistato la proprietà in Sardegna e averla addirittura promessa a Valcke. In cambio però, sostiene l'accusa, Valcke si è impegnato a fare tutto il necessario affinché beIN diventasse l'emittente di riferimento per le due edizioni dei mondiali. beIN che si è poi aggiudicata i diritti per quella zona il 29 aprile 2014, sulla base di un accordo che però non è mai stato messo in discussione dalla Fifa. Per Valcke le accuse non finiscono qui: all'ex segretario Fifa vengono imputate anche le "pressioni", sfruttando il suo ruolo da stretto collaboratore di Blatter, che avrebbe messo in campo per l'assegnazione dei diritti ai media per l'Italia e la Grecia per vari Mondiali e altri tornei in programma tra il 2018 e il 2030: il tutto per favorire "i media partner che preferiva". Ma non è tutto: avrebbe anche ricevuto ingenti somme di denaro dall'imprenditore greco Dinos Deris, anch'egli sotto accusa.

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