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Coronavirus, Berlusconi: "Il calcio non è un'urgenza, parliamone dopo l'estate"

Il patron del Monza: "Riprendere il campionato a porte chiuse non è una soluzione, partite così sono tristi e falsate"

ROMA - Silvio Berlusconi - ex presidente del consiglio e leader di Forza Italia, da quasi un anno presidente del Monza dopo esser stato il patron del Milan per un quarto di secol -, rispondendo a Rai1 alle domande di Bruno Vespa a Porta a Porta ha commentato l'impatto del coronavirus: "Per gli italiani il calcio è una passione grandissima, ma esso è anche un ramo dell'economia che sposta denaro e dà lavoro a tante persone, non solo ai calciatori, Tuttavia, in questo momento mi viene da dire che il calcio non è un'urgenza: alcune attività, molto più necessarie di questo sport, sono ferme".

Per Berlusconi il rimedio all'interruzione dei campionati non è giocare a porte chiuse: "Non credo che sia una soluzione, si tratterebbe di partite tristi e falsate. Tra l'altro, anche questo tipo di match prevede contatti fisici ravvicinati fra i calciatori, tackle e scontri, e quindi non credo sia compatibile con le norme sanitarie. Meglio riparlarne dopo l'estate".

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