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Associazione mafiosa, Iaquinta prosciolto. Condannato il padre

Estraneo il figlio Vincenzo che, secondo la Procura, non aveva agito "nel perseguimento della finalità tipica contestata, bensì al solo scopo di aiutare il padre"

BOLOGNA - Vincenzo Iaquinta, ex calciatore campione del mondo condannato a due anni per una irregolare custodia di armi, è ritenuto dai giudici estraneo all'associazione mafiosa, di cui invece è parte il padre, Giuseppe. Così i giudici nel motivare la sentenza. "L'estraneità" di Iaquinta "alla associazione mafiosa e lo strettissimo rapporto personale con il padre lasciano il dubbio che egli non abbia agito nel perseguimento della finalità tipica contestata bensì al solo scopo di aiutare il padre", una figura "strategica all'interno del sodalizio criminoso". "Il genitore è una delle figure strategiche nel sodalizio". La Procura aveva contestato a Iaquinta l'aggravante di aver agito per agevolare l'associazione 'ndranghetistica. Il padre Giuseppe Iaquinta, è stato condannato a 19 anni. Secondo il tribunale l'imprenditore "rappresenta una delle figure maggiormente importanti, strategiche, all'interno del sodalizio criminoso".

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