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De Laurentiis: «Bari non sarà mai appendice del Napoli. Porto Sacchi e Filippo Galli»

Il Presidente partenopeo, neo-proprietario anche dei Galletti, promette riforme importanti: «Voglio due squadre in A»

TORINO - «Il Bari ha una storia composita, lunga. Ci sono nei 110 anni di storia molti anni belli e molti meno belli. Ora ci aspetta una cavalcata rapidissima per tornare in A e per modificare le regole che non permettono di avere due squadre in A. Sono un guerriero, vi garantisco di essere pronto a dar battaglia». Così si è presentato a Palazzo di Città di Bari Aurelio De Laurentiis, neo-proprietario del Bari Calcio, dopo aver ricevuto dal sindaco del capoluogo pugliese Antonio Decaro il titolo sportivo della squadra da rifondare. «Bari non sarà mai un'appendice del Napoli e per fugare questo timore ho convito mio figlio Luigi - che non si è mai interessato di calcio - ad interessarsi del Bari. Poi ho chiamato Arrigo Sacchi per chiedergli di essere consulente e sentito Filippo Galli per seguire il vivaio», ha specificato De Laurentiis.

«Striscioni di contestazione da Napoli? Ho pagato parecchi soldi per fare un'indagine sulla tifoseria del Napoli ed è risultato che oltre 40 milioni di persone tifano il Napoli come prima squadra, mentre sono oltre 120 milioni quelli che lo tifano come seconda squadra. E allora non mi posso preoccupare solo dei dissidenti che vengono allo stadio e che hanno un concetto antico di possesso del club», le parole di Aurelio De Laurentiis nella conferenza stampa di presentazione come nuovo Presidente della Ssc Bari.

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