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La rivincita di Toni con il Fisco tedesco

LaPresse

A pagare 1,7 milioni saranno i suoi commercialisti, colpevoli di non aver pagato l'imposta ecclesiastica

BERLINO - Parziale rivincita di Luca Toni in Germania per la vicenda dell'imposta ecclesiastica da 1,7 milioni di euro. La Corte d'appello di Monaco ha condannato i suoi commercialisti tedeschi a corrispondere al calciatore italiano 1,25 milioni di euro come risarcimento danni, riconoscendo quindi la loro colpevolezza nel pasticcio. La somma che Toni alla fine deve sborsare di tasca sua è di 450.000 euro. La sentenza è definitiva. Luca Toni era stato condannato in prima istanza al pagamento di 1,7 milioni di euro (1,5 più 200.000 di interessi) per omesso pagamento dell'imposta ecclesiastica (la Kirchensteuer) alla chiesa cattolica, che in Germania è obbligatoria quando si appartiene a una confessione. Toni ha giocato con i bavaresi dal luglio 2007 al dicembre 2010. I protagonisti di questa vicenda (Toni, i dipendenti del Bayern Monaco, i commercialisti tedeschi del calciatore) si erano rimpallati le responsabilità: l'attaccante era stato indicato dagli addetti del Bayern nei formulari fiscali come ateo (quindi esente dall'imposta) nel primo anno di contratto, poi cattolico in quelli successivi: il fisco aveva notato l'incongruenza e aveva inviato a Toni un sollecito di pagamento. Il calciatore sosteneva che i commercialisti non gli avessero spiegato correttamente il funzionamento di questa tassa.

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