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Viviano: «Vorrei parare con Ed Warner»

Il portiere della Samp: «Li guardavo sempre. E anche adesso... Non vorrei mai incontrare Mark Lenders in campo»

Un cartoon per la vita, per sognare di diventare campioni, per puntare l’impossibile. Un calcio al pallone e via, verso un mondo di conquiste. Holly e Benji hanno colorato i pomeriggi dei ragazzini per tanti anni. E ancora continuano a farlo. In Serie A come in Terza Categoria, in tanti hanno preso la mira così, dopo aver visto le mirabolanti imprese dei due, in attacco e in porta, sfidando disavventure e complotti, infortuni e sfortuna, leggi di gravità e combinazioni alienanti. Colpo dubbio, catapulte, difese arrampicandosi sul palo e via immaginando: tutto provato e riprovato sui campi di calcio, in periferia come in città. Tanto per vedere l’effetto che fa… Capita Tsubasa (il titolo originale) ha fatto proseliti, puntata dopo puntata, gol dopo gol, parata dopo parata. Ovunque, dall’Italia al Giappone, molti calciatori divenuti famosi come Nakata, Del Piero, Coco, Zidane, Sculli, Gabbiadini, Perin, Iturbe, Neymar, Emeghara, che lo guardavano quando erano piccoli, hanno dichiarato che se sono diventati calciatori professionisti è anche merito di questa serie che ha contribuito a far nascere e crescere in loro la passione per il gioco del calcio. Serge Gakpè, attaccante del Genoa, ricorda: «Tutti i giorni guardavo in tv “Holly e Benji, ci sono cresciuto. Perin ha girato uno spot in cui interpreta Ed Warner? Ci sta, con i balzi e quei capelli... Holly lo farei fare a Perotti, oppure Ntcham. Uno come Mark Lenders non c’è, così potente, magari Pavoletti. Julian Ross, talento sfortunato con i guai fisici: Tino Cost. Clifford Yuma, montagna di difensore, è di sicuro De Maio. Danny Mallow direi Rincon. Chiaro, Roberto Sedinho è Gasperini. E nei gemelli Derrick, piccoletti, vedo Capel e Diogo Figueiras...». Restando in attacco, il mago delle rovesciate, colui che ribalta il risultato, Mauricio Pinilla, cileno dell’Atalanta: «Mi sto abituando a questi colpi, soprattutto da quando indosso la maglia nerazzurra. Sono venuto a Bergamo per dare una mano alla squadra e sono contento di quanto fatto. Ma fondamentale è stata, per me, la fiducia che società e compagni hanno avuto sin da subito. Per quanto riguarda le rovesciate, è un gesto che mi piace molto, anche perché da piccolo vedevo Holly e Benji». Insomma, è fonte di… ispirazione. Ne parliamo con Emiliano Viviano, portiere della Sampdoria. Un Benji con l’animo dell’ultrà, trascinatore tra i pali e tifosissimo da fuori, uno con la passione nel cuore che ha superato anche gli intoppi che il mondo del pallone propone, sempre con grande determinazione.

Proviamo a immergerci con la fantasia. Se ti dico catapulta infernale a cosa pensi?

«Ai gemelli Derrick…».

Tv accesa, dopo la scuola, guardavi il cartone Holly e Benji da bambino?

«Sempre, anche adesso».

C’è da imparare, da prendere nota. Tra tutte le supermosse del cartone, qual è quella che vorresti saper fare?

«La parata con slancio contro il palo di Ed Warner».

Amici e rivali. C’è un calciatore del cartone animato che non vorresti mai incontrare in campo?

«Mark Lenders che aveva il tiro del dragone».

Chi vorresti avere in squadra e chi non vorresti contro?

«Il protagonista, Oliver, in squadra. E Mark, per l’appunto, contro».

Non manca il lato rosa del cartoon. A scuola avevi anche tu una Patty che seguiva sempre le tue partite?

«No, però adesso ho mia moglie». Manuela, grande tifosa di Emiliano, una seconda ultrà. Anche lei da cartoon, passionale.

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