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Nba, consentiti i tamponi ai giocatori

Il commissioner Adam Silver ha parlato ai giocatori delle sedi delle partite: "Non c'è motivo di far viaggiare le squadre se non ci sono tifosi, una o due location sono più sicure"

ROMA - La Nba è al lavoro per la ripresa. Il commissioner Adam Silver, durante una videoconferenza, ha spiegato ai giocatori che le sedi delle partite potrebbero non essere molte: "Non c'è motivo di far viaggiare le squadre se non ci sono tifosi, una o due location sono più sicure". Per il ritorno in campo però non c'è una data, solo alcune ipotesi che prevedono almeno tre settimane di allenamenti per rimettere in condizione gli atleti e evitare infortuni. Nel frattempo, dopo un primo diniego da parte della Lega, è stato concesso il via libera ai tamponi per gli asintomatici. All'inizio c'era il timore che fosse inopportuno impegnare i tamponi sottraendoli alle strutture sanitarie. Ora sembra che i tamponi siano disponibili su larga scala praticamente in tutte le città americane e ce ne dovrebbero essere sempre a sufficienza per controllare frequentemente i giocatori e il personale di staff, senza sottrarli ad altri. Per completare il campionato Nba la Lega stima siano necessari circa 15mila tamponi. Nel caso di un nuovo caso positivo, il commissioner pensa di ricorrere all'isolamento dell'interessato e accurati controlli su chi è stato a contatto con lui, senza dover sospendere di nuovo il campionato.

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