Bologna e Milano restano le sorelle d'Italia in Eurolega. Non c'erano dubbi per l'Olimpia, che è una delle 12 azioniste. La Virtus incassa una nuova licenza triennale, quindi si prepara pure lei a una stagione che potenzialmente abbatterà il muro delle 90 partite. Viene da sé che non si potranno affrontare con un roster composto da una sola dozzina di elementi spendibili. Di giocatori ne serviranno molti di più. Non è stato un parto difficile. Le squadre passano da 18 a 20, che significa 38 partite di stagione regolare. Vuol dire che cresceranno i “back to back”, cioè le settimane col doppio impegno. Più gare, stessa formula: le prime 6 ai playoff; dalla settima alla decima ai play-in.
Eurolega, chi esce e chi entra
Non ci sarà più l’Alba Berlino, che ha scelto l'area Fiba (Champions League), mentre le tre nuove saranno Hapoel Tel Aviv (vincitrice dell'Uleb Cup, licenza annuale), Valencia e Dubai. Gli spagnoli avranno tre anni di partecipazioni garantite, insieme a Monaco, Partizan, Stella Rossa e come detto la Virtus, mentre gli arabi - che sono poi di anima serba - ne avranno cinque. Paris invece godrà di una licenza annuale. Poi se davvero l'Nba sbarcherà coi pennacchi dei conquistadores nel 2026 in Europa, tutto andrà rivisto in base ai, per ora, molto presunti nuovi padroni. Ci sarà tempo e modo, quando anche gli americani avranno chiarito nella loro testa cosa vorranno fare: l'unica cosa certa è che nel caso gireranno molti dollari.
Il cammino scudetto
L'allargamento ulteriore dell'Eurolega a 24 squadre, divise in due conference da 12, per il momento rimane scritto sull'acqua. Domani intanto quella che è stata negli ultimi quattro anni la serie per lo scudetto prende le mosse sul gradino immediatamente inferiore. Semifinale sì, ma dall’allure intatto. Ogni volta nelle sunnonimate chi ha vinto la prima partita ha pure festeggiato alla fine il tricolore. Non è una legge di Mosè, ma una valenza può averla. La Virtus gode del fattore campo, con le prime due in casa, e del trailer di un successo ammantato dell’eroismo di Toko Shengelia alla quinta con Venezia: da ferito grave a risolutore del match, proprio come in un blockbuster. “Voglio giocare” ha detto il georgiano a muso duro a Ivanovic al mattino. Lui l’ha messo dentro per disperazione ed eccoci qua, all’ennesimo Bologna-Milano.