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Air, il film su Michael Jordan e Nike è al cinema: di che si tratta

Quando nacque un impero: l’incontro che ha rivoluzionato il marketing sportivo trasformando una piccola azienda in multinazionale

Nella carriera di Michael Jordan ci sono tanti momenti in cui l’uomo nato a Brooklyn, ma cresciuto a Wilmington, ha lasciato il segno nella Storia del basket: il tiro con cui decise la finale NCAA del 1982 con North Carolina, i titoli con i Bulls tra giocate decisive e partite giocate in condizioni fisiche menomate, il Dream Team dei Giochi Olimpici di Barcellona '92. Jordan è stato ed è ancora adesso, a vent'anni dal suo secondo e definitivo ritiro, l'icona principale della pallacanestro mondiale, il giocatore che tutti conoscono a qualunque latitudine del pianeta. Un impero sul quale il sole sembra non aver voglia di tramontare e che giocoforza ha finito per investire altri campi oltre allo sport giocato. Uno di questi è il marketing e, se non avete mai indossato o anche solo visto una scarpa o un qualsiasi capo di abbigliamento griffato Air Jordan, vuol dire che siete stati molto distratti negli ultimi 40 anni. E proprio su quest'ultimo punto si concentra il lavoro di Ben Affleck, regista e attore di “Air – La storia del grande salto” da oggi nelle sale italiane. La sceneggiatura di Alex Convery era rimasta nella Black List del 2021, insieme a tutte le altre che non avevano trovato una produzione. In quell'elenco Affleck aveva pescato “Argo”, Oscar al miglior film 2013: magari con “Air” non avrà la stessa fortuna ma intanto la storia è una di quelle che andava raccontata. Di Jordan si è scritto e narrato già tantissimo, non si contano le produzioni letterarie e audiovisive comprese quelle prodotte da Sua Altezza in persona come The Last Dance. Però qui c'è altro, c'è un lato della sua storia personale che è sempre rimasto ai margini della narrazione e che invece rappresenta molto per MJ e per la storia dell'abbigliamento sportivo.

Il cammino

Nel 1984 la Nike fondata da Bill Bowerman e Phil Knight - che ha la faccia di Affleck - ha una fetta di mercato molto ridotta rispetto alle concorrenti e nel basket è in grande affanno rispetto a Converse e Adidas. Cinque anni prima aveva provato a mettere sotto contratto l’allora matricola Magic Johnson senza però riuscire a convincerlo. Alla continua e spasmodica ricerca di un testimonial cestistico, Knight si affida al fiuto di Sonny Vaccaro (interpretato da Matt Damon) che gli propone un giovane rampante che deve ancora calcare il suo primo parquet NBA: Michael Jordan, appunto. Il film è la storia di come Vaccaro abbia dovuto superare resistenze varie, di come sia nata la linea Air dedicata solo a MJ, di come sia nata la campagna che ha rivoluzionato il modo di pensare e di agire dell’industria dello sport fashion, di come la Nike da quel momento abbia spiccato il volo diventando la potente multinazionale di oggi tra utili miliardari e critiche per i diritti dei lavoratori violati. Tutto senza che mai il personaggio di Jordan appaia sullo schermo. Ci sono invece i suoi genitori, interpretati da Julius Tennon e Viola Davis che è stata l’unica richiesta esplicita di Michael: «Nulla sarebbe successo senza mia madre, deve essere interpretata da lei». Affleck ha raccontato di non aver potuto rifiutare e d’altronde come si fa a dire di no ad uno degli uomini più famosi al mondo, tale anche per coloro che hanno puntato su di lui quando era solo un collegiale di belle speranze.

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