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"Anticorpi per battere il Coronavirus, la speranza nei lama del Perù"

EPA

Il virologo Silvestri: "Questi monocatena sono utili in quanto più facili da sintetizzare e più stabili dal punto di vista sia termico che chimico"

"Un possibile aiuto decisivo nella battaglia contro Sars-CoV-2 potrebbe venire dai addirittura dai lama: non quelli mistici del Tibet, ma quelli sputacchioni del Perù". Lo ha detto il virologo Silvestri, docente presso la Emory University di Atlanta, Stati Uniti, che sul suo profilo Facebook ha spiegato: "Sembra una storiella, ma non lo è. Questi animali, che sono distanti cugini di cammelli e dromedari hanno la strana proprietà di fare degli anticorpi in cui la parte che riconosce l'antigene (cioè la struttura del patogeno che si vuole neutralizzare) è costituita da una sola catena polipeptidica, anziché due come nell'uomo, nelle scimmie, nei topi eccetera. Questi anticorpi monocatena (in gergo tecnico si chiamano heavy-chain-only antibodies, Hcabs, con un single variable domain, Vhh) sono utili in quanto più facili da sintetizzare e più stabili dal punto di vista sia termico che chimico".

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