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«Tutto il meglio apparteneva alla Juventus»

/Agenzia Aldo Liverani S.a.s.

ll direttore Casalbore, su Tuttosport del 26 novembre 1945, racconta il dominio bianconero sul Genoa durante l'ultima gara di campionato; quel giorno, a Bologna, Pier Paolo Pasolini viene proclamato dottore in Lettere con 110/100 e lode, all’età di 23 anni

Sull'edizione di Tuttosport del 26 novembre 1945, in apertura di prima pagina, trova ampio risalto il commento del direttore Renato Casalbore alla partita tra Juventus e Genoa del giorno precedente. Una netta affermazione quella dei bianconeri, come testimoniato dal 4-1 finale in virtù delle doppiette di Coscia e Borel. «Rude partita quella di ieri – si legge nell'articolo –. Tutto il meglio apparteneva alla Juventus. Dai grovigli di uomini provocati dall'asserragliarsi della difesa genovese vedevi sciogliersi limpide esemplari manovre d'attacco, a due, a tre, a quattro uomini, spinte a massimo regime di giri. Virtualmente la Juventus ha giocato in dieci uomini, perché Piola risentiva di uno stiramento muscolare e si relegava all'ala destra, dando un apporto più morale che effettivo alla squadra, e nel secondo tempo dopo pochi minuti si ritirava dal campo. Senza Piola la Juventus poteva smarrirsi. Manco per sogno».

La tesi di Pasolini dedicata alla lirica pascoliana

Il 26 novembre 1945, presso l’Università degli Studi di Bologna, viene proclamato dottore in Lettere con 110/100 e lode, all’età di 23 anni, Pier Paolo Pasolini. Presenta la sua tesi, intitolata “Antologia della lirica pascoliana: introduzione e commenti” al professor Carlo Calcaterra, a cui l’aveva chiesta attraverso una missiva nel marzo del 1944. Dopo l’8 settembre 1943, infatti, durante la fuga da Livorno dove si trovava sotto le armi, Pasolini aveva smarrito i primi capitoli di una precedente tesi sulla pittura italiana contemporanea. Cambiato del tutto argomento, aveva dirottato i suoi interessi sulla poesia e in particolare su quella di Pascoli, scelta che lui spiega al professore scrivendo “Il Pascoli è poeta a cui mi sento legato quasi da una fraternità umana”. La tesi è stata ritrovata solo dopo alcuni anni dalla sua morte (1975) nell’archivio storico dell’Università di Bologna e ha visto la luce per la casa editrice Einaudi solo nel 1993.

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