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Quattro Provincie, un solo vincitore: Gino Bartali

ANSA

La corsa era divisa in tre tappe: la prima vinta dall'allora 31enne toscano, l'ultima disputata il 7 ottobre 1945. Nello stesso giorno venne inaugurata a Bellona l'epigrafe scritta da Benedetto Croce in ricordo di 54 cittadini fucilati dai nazisti

Il Giro del Lazio, che nel 1945 prese il nome di Giro delle Quattro Provincie, segnò il ritorno al successo nel periodo post-bellico di Gino Bartali. L'allora 31enne toscano si impose nella prima frazione, la Roma-L'Aquila di 172 chilometri, e non lasciò più il primo posto nella classifica generale. Nella seconda tappa (L'Aquila-Terni di 172 chilometri) il successo andò a Mario Ricci in volata sullo stesso Bartali e su Volpi, mentre il 7 ottobre – terza e ultima giornata di gara – il programma venne suddiviso in due semitappe: nella Terni-Rieti alzò le braccia al cielo Quirino Toccacelli, nella Rieti-Roma invece Primo Volpi. Uno scenario che portò ad una classifica finale in cui Bartali – che nello stesso anno avrebbe poi vinto anche il Giro di Campania – si impose su Mario Ricci, compagno di squadra alla Legnano, e su Adolfo Leoni della Bianchi.

Bellona ricorda i suoi 54 concittadini fucilati

“Bellona in memoria dei suoi 54 cittadini padri di famiglia, giovinetti innocenti più sacerdoti, sotto specie di condurli a lavori, tolti alle loro case e per delirio di vendetta dalla fredda rabbia tedesca”: è un passaggio dell’epigrafe, inaugurata il 7 ottobre 1945, scritta da Benedetto Croce e incisa sulla facciata frontale della stele commemorativa del Mausoleo Ossario della cittadina in provincia di Caserta. Esattamente due anni prima, infatti, 54 inermi cittadini furono fucilati a seguito dell’uccisione e del ferimento rispettivamente di due soldati tedeschi: era stata la prima rappresaglia di massa messa in atto dai nazisti in ritirata dopo l’8 settembre. Ogni anno cittadini e autorità si riuniscono per questo anniversario che è occasione per riflettere sui valori della pace e della democrazia: nel 1999 il Presidente della Repubblica Scalfaro appuntò sul Gonfalone del Comune la “Medaglia d’Oro al Valor Militare”.

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